Potion Shop Simulator – Recensione: una pozione che (quasi) ha trovato la formula perfetta
Potion Shop Simulator, è un titolo che promette di incantare con alambicchi fumanti, ingredienti magici e la quiete di un piccolo borgo medievale. Ma questo nuovo sim gestionale riesce davvero a mescolare gli ingredienti giusti per un'esperienza indimenticabile?
Potion Shop Simulator: Un nuovo inizio tra draghetti e pozioni
La tua avventura in Potion Shop Simulator comincia come da tradizione fantasy: fresco di laurea all'Università dei Maghi, erediti un negozio di pozioni lasciato in rovina dal misterioso Mervyn Quintilius. Nessuno sa dove sia finito, ma il tuo compito è chiaro: far rivivere il piccolo laboratorio nel cuore di una cittadina abitata da… creature piuttosto insolite. Ad accompagnarti in questa nuova vita c'è Tim, un draghetto volante tanto adorabile quanto utile, che funge da tutorial vivente.
La narrazione, seppur presente, è più una cornice che una trama centrale. Il vero cuore pulsante di Potion Shop Simulator è la routine quotidiana: raccogliere fiori all'alba, distillare essenze al tramonto, vendere elisir tra un colpo di mortaio e un “clic” sul bancone.
Il Gameplay
L'alchimia è stata sviluppata bene nel gioco. Il processo di preparazione delle pozioni dalla raccolta degli ingredienti, all'essiccazione, fino alla miscelazione degli elementi classici è incredibilmente gratificante. Ogni passaggio ha un ritmo lento ma appagante, quasi meditativo. C'è qualcosa di profondamente soddisfacente nel perfezionare una ricetta, sperimentare con nuove combinazioni, e vendere con orgoglio la propria creazione.
Tuttavia, appena metti piede fuori dal tuo laboratorio, la magia si affievolisce. La cittadina, pur bellissima da vedere con le sue strade acciottolate e i cieli dorati d'autunno, è abitata da NPC dall'estetica discutibile goblin, ciclopi muscolosi e altri esseri che sembrano usciti da un gioco completamente diverso. L'atmosfera cozy viene così rotta da personaggi fuori tono che spezzano il senso d'immersione.
A questo si aggiunge una navigazione macchinosa: edifici identici, assenza di segnaletica e un sistema di quest confuso costringono a continui viaggi alla mappa. Un esempio frustrante? Una missione iniziale richiede di portare del cibo a un NPC… che in realtà voleva una pozione. Ore perse per una quest che poteva essere risolta con una riga di testo in più.
Nelle prime ore, Potion Shop Simulator sa essere punitivo. Gli oggetti costano molto, le pozioni vendono poco, e se ti perdi un'offerta iniziale, puoi rimanere indietro per ore. Il sistema di progressione si basa sull'Attrattiva e la Reputazione, che sbloccano strumenti migliori e clienti più esigenti, ma l'avanzamento può risultare lento e faticoso, più una lotta che una ricompensa.

Il lato tecnico: co-op, bug e bardcore
Un punto a favore è la modalità cooperativa, che permette a due giocatori di dividersi i compiti: uno può gestire il negozio, l'altro andare in cerca di ingredienti o trattare con i clienti. Non l'ho testata personalmente, ma l'idea di preparare pozioni a quattro mani ha un certo fascino.
Il comparto audio-visuale è piacevole: bardcore rilassante, ambientazioni incantate, e un'interfaccia pulita. Tuttavia, anche qui si notano delle incoerenze. Il fiume ha l'aspetto piatto di un gioco anni 2000, la musica si ripete troppo presto, e certe animazioni sono inquietanti più che carine.
Inoltre, i bug non mancano. Dai salvataggi che causano lag, ai pozioni che scompaiono dagli scaffali dopo il riavvio, è chiaro che il gioco ha ancora bisogno di rifiniture. Nulla di insormontabile, ma abbastanza da rompere il flusso.
Vale la pena sottolineare che Potion Shop Simulator è stato realizzato da un team di sole due persone, supportato da una community attiva su Discord.

Potion Shop Simulator ha tutto il potenziale per diventare un must per gli amanti dei sim cozy. Ma per ora, è una pozione che ha ancora bisogno di qualche ingrediente segreto. Con miglioramenti a quest, economia e interfaccia utente, potrebbe brillare come una delle migliori esperienze del genere.
Un'esperienza affascinante, imperfetta ma colma di cuore e seguici su X e sul blog.
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