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6 Serie Tv con protagoniste femminili ribelli

Nel panorama della narrativa e della serialità moderna, le figure delle protagoniste ribelli rappresentano una risposta audace alle imposizioni culturali, sociali e patriarcali. Queste eroine non si limitano a sognare una vita diversa, ma lottano talvolta in silenzio, altre volte con una forza sconfinata per riscrivere le regole del loro destino.



La letteratura da sempre ha offerto spunti di riflessione su queste figure, e la recente tendenza all'adattamento cinematografico e televisivo ne ha ulteriormente amplificato l'impatto emotivo e sociale.



Ecco le serie consigliate dalla redazione che hanno tratto ispirazione da romanzi e che mettono in luce il percorso di donne anticonformiste, capaci di fare della loro ribellione una forma d'arte e di vita. Ogni serie, pur provenendo da contesti narrativi differenti, sottolinea l'importanza di dare voce a chi non si conforma agli schemi predefiniti. Preparati per un viaggio tra passioni, sofferenze e trionfi femminili.



1. The Handmaid's Tale – Quando il corpo femminile diventa campo di battaglia



Basata sul romanzo distopico di Margaret Atwood del 1985, The Handmaid's Tale è molto più di una serie: è un manifesto visivo sul controllo dei corpi femminili e sulla pericolosità degli estremismi religiosi. Ambientata in una teocrazia totalitaria chiamata Gilead, dove le donne fertili vengono ridotte al ruolo di ancelle (macchine riproduttive al servizio dello Stato), la serie racconta la storia di June/Offred (interpretata magistralmente da Elisabeth Moss), una donna che, nonostante le torture e l'annullamento della propria identità, non smette mai di ribellarsi.



June è una ribelle silenziosa, poi esplicita, poi politica. La sua ribellione si articola nella resistenza quotidiana, nei piccoli atti di disobbedienza, nei legami di solidarietà con le altre donne. L'oppressione genera rabbia, ma anche consapevolezza. La narrazione non è mai gratuita: ogni scena ci chiede cosa siamo disposti a tollerare in nome dell'ordine.



2. L'amica geniale – Lila e Lenù, due ribelli a confronto nella Napoli patriarcale



Tratta dalla celebre tetralogia di Elena Ferrante, L'amica geniale è una delle più riuscite trasposizioni letterarie italiane. Ambientata nella Napoli degli anni '50 e '60, racconta la complessa amicizia tra due donne: Elena (Lenù), la narratrice, e Raffaella (Lila), l'amica “geniale”, brillante, intuitiva, indomita.



Lila, in particolare, incarna una forma di ribellione quasi selvaggia, viscerale, che sfugge a ogni schema. Pur crescendo in un ambiente povero e maschilista, non si piega mai del tutto: sfida il padre, il marito, la scuola, i camorristi. Lenù, invece, sceglie una via più sottile: quella dello studio, della scrittura, dell'emancipazione intellettuale. Entrambe lottano, in modi diversi, contro un mondo che vuole ridurre le donne al silenzio o alla maternità imposta.



La serie riesce a restituire l'intensità dei conflitti interiori, lo sguardo sulle dinamiche familiari e sociali, e la potenza di due protagoniste complesse, profondamente umane.



3. Alias Grace – Verità e ambiguità nel volto della serva assassina



Meno nota ma assolutamente imperdibile, Alias Grace è una miniserie tratta da un romanzo storico di Margaret Atwood (sì, ancora lei) basato su una storia vera. Grace Marks è una giovane domestica irlandese emigrata in Canada, accusata di un duplice omicidio nel 1843. La serie si apre con l'indagine di uno psichiatra che cerca di capire se Grace sia colpevole o innocente.



La ribellione di Grace è sottile, intellettuale, ambigua. È una donna che ha imparato a usare il silenzio come arma, che conosce il potere della narrazione — e della manipolazione. Non sappiamo mai fino in fondo chi sia veramente. È vittima o carnefice? Simbolo di giustizia sociale o inganno incarnato?



Alias Grace mette in discussione le categorie di bene e male, colpa e innocenza, e ci mostra come la ribellione di una donna possa anche consistere nell'impossibilità di essere decifrata.



4. Anne with an E – La fantasia come strumento di ribellione



Ispirata al classico per ragazzi Anna dai capelli rossi di Lucy Maud Montgomery, questa rivisitazione moderna e intensa ha conquistato un pubblico trasversale. Anne è un'orfana cresciuta tra abusi e solitudine, adottata per errore da due anziani fratelli in una comunità conservatrice del Canada.



Ma Anne non è una bambina qualunque: è colta, immaginativa, empatica, testarda. Sfida le regole del bon ton, l'autorità maschile, la religione repressiva e la visione limitata del femminile. La sua arma più potente è la fantasia, il linguaggio, la lettura: strumenti che usa per costruirsi un'identità e per affermare il diritto di essere vista, ascoltata, amata.



La serie affronta con delicatezza temi come il bullismo, la discriminazione razziale, l'identità queer e il diritto allo studio. Anne è un'icona femminista in erba, capace di sovvertire l'ordine partendo dalla gentilezza e dall'immaginazione.



5. Unorthodox – Una fuga reale verso l'autodeterminazione



Unorthodox, miniserie Netflix ispirata al memoir di Deborah Feldman, racconta la storia di Esty, una ragazza di 19 anni appartenente alla comunità chassidica ultraortodossa di Williamsburg (New York), che decide di fuggire a Berlino per liberarsi da un matrimonio combinato e da un sistema religioso soffocante.



Esty è una ribelle silenziosa, che prende una decisione estrema e definitiva: lasciare tutto per trovare se stessa. Non si ribella con rabbia, ma con determinazione. La sua fuga è fisica ma anche spirituale. L'incontro con la musica, con il corpo, con la libertà, diventa il modo per riscrivere il proprio destino.



Girata in yiddish e tedesco, la serie è visivamente potente, minimalista e commovente. Mostra come la ribellione, per alcune donne, sia l'unica strada per respirare.



6. Big Little Lies – La ribellione della solidarietà femminile



Ambientata in un contesto di apparente perfezione suburbana, Big Little Lies svela le crepe nascoste dietro il velo della normalità. La serie racconta la vita di un gruppo di donne, ciascuna con le proprie lotte e segreti, che trovano nella solidarietà un'arma potentissima contro le ingiustizie e gli abusi di un sistema patriarcale che spesso silenzia le loro voci.



Il fulcro della narrazione è il gesto collettivo di ribellione che si concretizza nella decisione di non permettere più che la violenza domestica e le ferite invisibili vengano messe a tacere. Attraverso una regia raffinata e interpretazioni che comunicano intensità e vulnerabilità, Big Little Lies diventa il simbolo di una nuova era di consapevolezza e di un impegno concreto per il cambiamento sociale.



Questa serie è un inno alla forza della sorellanza. Dimostra come, unendo le proprie esperienze, le donne possano spezzare il silenzio e ribellarsi contro ogni forma di oppressione, trasformando il dolore in una potente forma di resistenza.



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Da June a Esty, da Lila a Grace, da Anne a Lenù, queste protagoniste ci insegnano che ribellarsi non è un gesto eclatante ma un processo. Un atto quotidiano, a volte silenzioso, che richiede coraggio, lucidità, solitudine. La ribellione non è fine a se stessa: è ricerca di identità, di giustizia, di un posto nel mondo che non sia costruito contro le donne. Cosa ne pensate voi? Avete altre serie tv da aggiungere?

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20 maggio alle 09:00