Blades of Fire – Recensione
Abbiamo finalmente potuto mettere mano sull'attesissimo Blades of Fire, nuova avventura action firmata MercurySteam, studio noto per aver dato nuova linfa vitale a saghe storiche come Metroid e Castlevania. Il gioco si presenta come un action-RPG con marcate tinte fantasy, una forte componente narrativa e una spiccata attenzione al combattimento fisico. In un panorama saturo di prodotti derivativi, Blades of Fire prova a dire la sua, con un mondo affascinante, e sopratutto un combat system innovativo, seppur ancora acerbo in alcune sue componenti.
Vado, l'ammazzo e torno
In Blades of Fire interpreteremo Aran de Lira, un guerriero condannato all'esilio e di cui non conosciamo la storia. La regina Nerea ha spezzato l'equilibrio del mondo, scatenando forze sovrannaturali e corrompendo tutto ciò che era sacro. In questo scenario apocalittico, Aran decide di porre rimedio a questa sciagura uccidendo la regina. La nostra missione sembra semplice e lineare, ci dirigiamo al palazzo reale e facciamo fuori colei che causa tutti questi problemi. Ma, come spesso accade, non sarà così semplice come programmato e interessanti risvolti si riveleranno man a mano che la storia si dipana.
Al fianco di Aran troviamo Adso, un giovane sapiente dai modi ruvidi le cui conoscenze si riveleranno fondamentali per la nostra missione. Il legame tra i due evolve nel tempo, attraverso dialoghi e missioni condivise. Il tono della narrazione si muove tra l'epico e il filosofico, con richiami evidenti ai grandi classici, creando un'atmosfera cupa ma affascinante. Il mondo che andremo a esplorare è disseminato di castelli, biblioteche, cripte e templi in rovina, che trasudano storia e segreti.
Il mio cuore è nella mia spada
Il cuore pulsante dell'esperienza è il sistema di combattimento, che rappresenta il vero tratto distintivo di Blades of Fire. Gli sviluppatori hanno costruito una struttura che ruota attorno all'impatto fisico delle armi, all'orientamento dei colpi e alla lettura delle difese nemiche. Ogni tasto frontale del pad corrisponde a una direzione d'attacco: alto, laterale destro, laterale sinistro e basso. I nemici sono vulnerabili solo ad attacchi specifici, alcuni necessitano di armi contundenti altri perforanti o taglienti. Se non scegliamo correttamente l'arma da utilizzare potremmo infliggere una quantità ridotta di danni, oppure vedremo il nostro attacco respinto completamente.
Questa meccanica obbliga il giocatore a leggere gli avversari, cambiare approccio e padroneggiare il tempismo. Il sistema è indubbiamente interessante e offre scontri profondi e gratificanti, ma non è esente da difetti. In alcune situazioni più concitate, la telecamera fatica a seguire l'azione, e la precisione dei colpi viene sacrificata dal movimento del nemico o dal lock-on ballerino. Anche la gestione della stamina, che si ricarica solo quando si alza la guardia, crea un ritmo a tratti spezzato, seppur originale.
Tuttavia, si percepisce chiaramente l'ambizione dietro queste scelte. Gli scontri sono impegnativi ma giusti, e la soddisfazione che si prova nel padroneggiare un duello è reale. Il gioco non si limita a copiare i Soulslike, ma cerca una propria via, più legata al corpo a corpo medievale realistico e alla lettura della posizione. Non accumuleremo esperienza o una qualsivoglia valuta per accrescere le nostre caratteristiche, infatti l'unica evoluzione possibile è quella delle nostre armi.

Un'arma da brandire e mille da forgiare
Una delle novità più apprezzabili di Blades of Fire è il sistema di forgiatura. Durante l'avventura, raccoglieremo materiali e progetti, le cosiddette Pergamene della Forgia, per creare e modificare vari tipi di armi. Ogni strumento può essere composto scegliendo tra diversi elementi: testa, impugnatura, tipo di acciaio, peso o lunghezza. Le armi non sono solo strumenti di morte, ma estensioni del personaggio, plasmabili in base al nostro stile di combattimento.
La varietà è ampia: possiamo costruire una mazza pesante capace di sfondare armature, oppure un pugnale affilato per colpi rapidi e letali. Ogni nemico reagisce in modo diverso, e saper scegliere l'arma giusta al momento giusto è fondamentale. Questo sistema aggiunge una componente gestionale e strategica all'avventura, spingendoci a esplorare, sperimentare e affinare costantemente il nostro arsenale.
Certo, al momento tutto non è tarato alla perfezione. Alcuni materiali sono più difficili da reperire di altri, e il bilanciamento tra potenza e maneggevolezza delle armi può creare squilibri. Inoltre, il menù di creazione, seppur ricco, richiede un po' di tempo per essere digerito. Ma nel complesso, si tratta di una delle meccaniche più riuscite del gioco. Non dimentichiamoci inoltre che le nostre armi non sono eterne, infatti ad ogni colpo la loro robustezza diminuisce come diminuisce il danno che arrecano e infine si potrebbero rompere. Per riportarle all'originale forma e potenza potremo ripararle, ma solamente un numero di volte pari alle stelle qualità. Queste stelle vengono assegnate quando forgiamo la nostra arma tramite un mini gioco in cui dovremo diventare sempre più abili per avere armi di qualità superiore.
Un colpo di martello vale più di mille parole
Dal punto di vista tecnico, Blades of Fire si comporta bene su PlayStation 5. Il gioco gira a 60 FPS stabili nella maggior parte delle situazioni, con un buon uso dell'illuminazione dinamica e una palette cromatica che alterna tinte oscure e bagliori infuocati. I modelli dei personaggi principali sono curati anche se non perfetti, le animazioni delle armi sono fluide e reattive. Le ambientazioni, seppur non vastissime, sono dettagliate e ricche di elementi interattivi.
Una nota di merito va alla grafica delle numerose cutscene che è fatta a regola d'arte. La colonna sonora, composta da Óscar Araujo (già autore delle musiche di Lords of Shadow), accompagna con solennità ed epicità ogni momento chiave, mentre il doppiaggio, disponibile in inglese con sottotitoli italiani, regge bene anche nelle fasi più drammatiche. Da segnalare la presenza di un sistema di salvataggio piuttosto severo: non ci sono checkpoint generosi, ma altari da attivare a distanza considerevole l'uno dall'altro, anche se lo sblocco di varie scorciatoie mitiga questo problema. Inoltre la mappa a volte appare esageratamente contorta e la miniatura che abbiamo in dotazione non aiuta un granché. Tutto ciò, unito alla difficoltà medio-alta, potrebbe scoraggiare i giocatori meno pazienti.
Trofeisticamente parlando: le tue armi ti guideranno alla vittoria
Il Platino di Blades of Fire è un trofeo alla portata di ogni buon giocatore. Finire la storia è chiaramente uno dei requisiti indispensabili, ma la cosa che potrebbe impegnare di più è reperire tutti i potenziamenti. Questo infatti richiede un'accurata esplorazione e un buon occhio per scovare i passaggi segreti presenti. Per le altre coppe necessarie potete sempre riferirvi al nostro elenco trofei!
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