Ubisoft: Ma State Ancora Bevendo Caffè?
È ora di puntare i riflettori su una delle saghe più avvincenti (ma non sempre per i motivi giusti) del panorama videoludico: la telenovela Ubisoft. Sapete, quella casa di sviluppo che una volta era il punto di riferimento per l'open-world con torri da scalare (e collezionabili a bizzeffe)? Beh, ultimamente è più una “open-wound”, e non stiamo parlando del danno da caduta libera senza paracadute.
Se c'è una cosa che Ubisoft sta dominando, è l'arte di tenere col fiato sospeso… ma non per un trailer epico, quanto per i suoi comunicati stampa. E, fidatevi, l'ultimo non è stato da meno. Il succo? “Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo Remake uscirà nel 2026, ‘stiamo bevendo tanto caffè'”.
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Il Loop Infinito di Ubisoft: Bug o Feature?
Ah, l'iconico studio francese! Sembra aver perfezionato il concetto di “ripetizione” ben oltre la missione secondaria generica. Doveva essere l'anno della ripresa, della rinascita, del “finalmente ci siamo!”. Invece, si è trasformato nel 2025-2026 di “transizione”. Tradotto dal “Ubisoftese” al gamer: “Abbiamo preso un altro anno per capire come si fa a fare i videogiochi, ma giuriamo che questa volta ce la facciamo. Forse.”
Il problema, vedete, è che Ubisoft sembra essersi barricata dietro una manciata di franchise storici che, poverini, sono talmente spremuti da sembrare arance dopo essere passate nello spremi agrumi. Meccaniche riciclate? Infinite. Tanto da stancare pure noi, che siamo abituati a rifare la stessa missione di scorta per la quindicesima volta solo per sbloccare una skin.
E i progetti in corso? Un'opacità che neanche il buco nero più scuro dell'universo. Splinter Cell Remake? “Dato per disperso”. Beyond Good & Evil 2? Ancora in orbita, ma senza propellente e con l'equipaggio che si chiede se arriveranno mai. Ci sentiamo un po' come i fan di Half-Life 3, ma con l'aggravante che qui, ogni tanto, ci danno pure qualche falsa speranza.

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AC Shadows: L'Alba che Non ha Fermato l'Apocalisse Finanziaria
Eppure, c'era chi ci credeva. C'eravamo noi, con le nostre fette di pizza e le nostre cuffie da gaming, a sussurrare: “Stavolta è quella buona!”. Assassin's Creed Shadows, con il suo Giappone feudale e il motore Anvil tutto nuovo, sembrava avere le carte in regola per spaccare. E, sulla carta, è stato un “successo”: il secondo miglior lancio della storia dello studio, subito dopo AC Valhalla.
Ma qui arriva la stoccata (e non è quella di Ezio Auditore): Valhalla aveva beneficiato di un lockdown globale. Certo, non è che Shadows abbia avuto un lancio brutto, ma diciamo che per raddrizzare una nave che affonda, serviva un Titanic che risorge, non una barchetta a pedali che fa un buon giro al lago. Il risultato? Perdita netta da 159 milioni di euro. Gli analisti prevedevano una perdita di 91 milioni. In pratica, se fossero stati a indovinare i numeri del Superenalotto, ora saremmo tutti ricchi tranne loro. Insomma, tutti hanno sbagliato.
E non finisce qui, perché le delusioni si accumulano come i bug al lancio di Cyberpunk 2077. Star Wars Outlaws, fallimento commerciale.
efiant, chiusura anticipata. A questo punto, il prossimo gioco Ubisoft potrebbe essere “Il Simulatore di Salvare i Bilanci”, e dubito che venderà molto.
Promesse, Promesse… E il mercato finanziario non ci crede più.
Per l'esercizio in corso, Ubisoft prevede un “net bookings” stabile (che è come dire “non faremo altri buchi, forse”), un risultato operativo vicino allo zero (siamo già a metà dell'opera!) e un “free cash flow” negativo. Tradotto: continueranno a bruciare soldi come se fossero foglie secche. E Yves Guillemot? Fa il suo meglio per rassicurare, promettendo “qualità di gioco superiore” e “allocazione disciplinata del capitale”. Praticamente, lo stesso discorso che fai ai tuoi genitori quando chiedi la PlayStation nuova, giurando che studierai di più.
Ma il mercato, ah, il mercato! Non è come noi gamer che preordiniamo la collector's edition. “Un altro anno a bruciare cassa,” sentenzia un analista di Barclays. “Hanno grandi speranze per gli anni a venire, ma gli investitori crederanno nella liquidità disponibile solo quando la vedranno con i propri occhi.” È come dire: “Certo che ci crediamo, quando vedremo un nuovo Splinter Cell che funziona e un Beyond Good & Evil 2 che non è più in fase pre-alpha, allora forse ne riparliamo!”
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Per “mantenere le scarse promesse” (cit.), contano su un'espansione a pagamento per AC Shadows (il DLC che salverà il mondo!), un nuovo Rainbow Six (“Siege X”, perché l'X lo rende più moderno, giusto?), l'uscita di Anno 117 (un city-builder, quindi almeno lì i bug saranno sulla gestione delle fognature, non sui personaggi volanti) e, ovviamente, il nostro amato Prince of Persia: Le Sabbie del Tempo Remake. Che, a questo punto, uscirà quando avremo i capelli bianchi e ci chiederemo “Ma è ancora attuale il salto nel tempo?”.
Si parla anche di “altri titoli da annunciare”, tra cui un gioco mobile su un “franchise di punta con forte potenziale in Asia”. Ed è qui che la fantasia vola: Assassin's Creed Jade, il titolo mobile ambientato in Cina. Un gioco mobile… per salvare un gigante del gaming? È come cercare di spegnere un incendio con un bicchierino d'acqua. Ma con stile, eh!

Conclusione: La Passione è Ancora Qui, Ma con un Post-It che ci ricorda che Dobbiamo credere in Ubisoft
Quindi, come sta andando Ubisoft a livello di immagine? Diciamo che non è proprio il brand più “cool” del momento. È più come quel parente simpatico ma un po' sfortunato che ti promette sempre un regalo fantastico e poi ti porta un calzino spaiato. Ma noi, in fondo, siamo gamer. Siamo eterni ottimisti, pronti a credere a ogni nuovo trailer, a ogni “quest'anno è quello buono!”. E forse, proprio per questo, continuiamo a guardare Ubisoft con un misto di speranza e rassegnazione.
La passione… beh, quella non si esaurisce mai! Nemmeno quando ci dicono che dobbiamo bere tanto caffè per aspettare il prossimo rinvio. Almeno avremo il Prince di Persia, un giorno. Forse.
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