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Forgotten Fields – Recensione Speedrun

Chi non ha mai sentito parlare del blocco dello scrittore? È quel momento in cui un creativo, quando sta per mettere insieme una storia da raccontare, improvvisamente vede il fiume della fantasia seccarsi, fermarsi, evaporare. Ed è allora che serve mettere in atto alcune tecniche per poter ripristinare il flusso di coscienza, anche a volte tornando sulle proprie origini. È proprio questo che vedremo in Forgotten Fields, piccolo titolo che abbiamo affrontato nella nostra recensione Speedrun.



Storia, scrittore, realtà



Sid è uno scrittore che entro la giornata in corso deve consegnare la sua storia finita. Siamo al mattino e questa sua ultima fatica letteraria è poco più che qualche riga messa insieme, nulla che abbia una forma definita né definitiva. Saremo interrotti poco dopo la nostra sveglia da un amico, il quale ci porterà un invito da parte della madre di Sid per andare, un'ultima volta, nella sua casa d'infanzia che il giorno dopo sarà messa in vendita.



Il ritorno alle origini dello scrittore porterà alla luce ricordi, vecchie conoscenze e paesaggi ormai quasi dimenticati, i quali riusciranno a far sì che la storia prenda origine nella sua mente e possa così completarsi man mano che il tempo passa, i discorsi fluiscono e le persone fanno sentire il loro affetto.



La storia che Sid sta scrivendo parla di una ragazza dotata di poteri magici la cui casa va a fuoco ma, nel momento del bisogno, questi poteri spariscono. È allora che lo zio, ormai in fin di vita, indica alla ragazza di camminare per tre giorni in una certa direzione per poter parlare con una maga, la quale potrà restituirle i poteri. In un certo senso, è una allegoria delle vicende che Sid sta vivendo in prima persona.



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Realizzazione goffa e noiosa



Seppure le premesse del gioco siano decisamente interessanti e anche quasi coinvolgenti, tutto viene tristemente dilapidato in una realizzazione monotona, noiosa e tecnicamente inadatta. Partendo dal fatto che tutto segue una narrativa scritta ma spesso corredata da dialoghi superficiali, di circostanza e al 90% dimenticabili, il gioco vuole fare un po' di tutto senza fare bene praticamente nulla. Ad esempio, nelle fasi iniziali del gioco dovremo accendere il nostro motorino, ma questo chiaramente sarà di parere opposto.



Ci imbatteremo quindi in un mechanic simulator, con tanto di smontaggio delle viti, della candela e controllo dell'olio motore. Era davvero necessario? Oppure dovremmo correre, una volta tornati a casa, per recuperare del bucato volato via. Inizieremo una fase di ricerca che non porta assolutamente a nulla del gioco, ma anzi genererà solo frustrazione. Queste scelte risultano quantomai bizzarre se non direttamente insensate, soprattutto ai fini della narrazione. Non parliamo poi delle faccende domestiche da portare a termine, come apparecchiare la tavola, cose che non è necessario fare anche in un videogame, insomma.



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Tecnicamente claudicante



Alcune tra le attività a grande valore aggiunto richiedono di lanciare cose, tipo per recuperare un pallone su un albero. Lì faremo conoscenza con la fisica di gioco che è tutto tranne che ben realizzata, andando a farci chiedere se servissero davvero dei riempitivi fatti in questa maniera. Inoltre, il gioco si propone con aree aperte come i campi, la spiaggia e altro, ma la presenza di muri invisibili vanno a bloccare sul nascere le potenzialità dell'esplorazione. Non sarebbe quindi stato meglio mascherare queste limitazioni con qualcos'altro?



La telecamera mostra comportamenti non sempre prevedibili e in generale la sensazione è che niente funzioni davvero come dovrebbe. È un peccato perché il lato narrativo, seppur molto slavato, è interessante ma soprattutto il comparto artistico è di buona ispirazione, con ambienti che richiamano atmosfere eteree e sognanti, con la tipica palette gialla che le individua. Sarebbe stato interessante vedere un netto stacco tra le fasi di fantasia della storia nella mente di Sid e quelle della vita reale, magari con tipologie artistiche opposte, ma non è così. Peccato, si tratta di una grande occasione sprecata.



Il Platino di Forgotten Fields



Forgotten Fields non ha il Platino ma possiede una lista corposa, composta da diciassette trofei. Questi sono divisi in sei di bronzo, sei d'argento e cinque d'oro, ma senza Platino. Conquistare tutte le coppe richiederà di giocare due volte il titolo dato che alcuni obbiettivi sono si escluderanno l'un l'altro, ma la lunghezza complessiva di un paio di ore non dovrebbe spaventare nessuno. Quello che vi potrà infastidire sarà la noia.




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29 giugno alle 17:10