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Michele Shepard
Cover Mass Effect: Andromeda per Xbox One

Una nuova galassia, una nuova avventura

L'ultimo lavoro di casa Bioware può definirsi in tutto e per tutto una space opera, anzi, forse è il titolo che più si avvicina a quel sottogenere della fantascienza. Chi scrive è un estimatore della saga di Mass Effect sin dal suo esordio e, pur riconoscendone tutti i difetti, non è mai riuscito a trovare niente di simile nel panorama videoludico, sia per quanto riguarda la profondità dell'universo narrativo, che per quanto riguarda la sceneggiatura, le caratterizzazioni dei personaggi, il tatto con cui vengono approfondite le vicende. Mass Effect Andromeda è all'altezza dei suoi illustri predecessori? Sicuramente sì. È migliore della prima trilogia? Troppo presto per dirlo (servirebbero Andromeda 2 e 3). Ma entriamo nel dettaglio.

Questa volta Bioware si è presa un bel rischio. Cambiare completamente l'ambientazione di una saga, dopo così tanto successo, è ammirevole; della via Lattea ci saranno soltanto dei lontani richiami: ambientato circa seicento anni dopo il primo Mass Effect, la saga si trasferisce in una nuova galassia: Andromeda. Il protagonista, uno dei due gemelli Ryder, è un membro della spedizione incaricata di creare una nuova casa per l'umanità; il nostro inesperto eroe si ritroverà al comando dell'impresa dopo un poco fortunato primo incontro con il nuovo habitat. Nelle prime fasi di gioco, la storia prenderà la mano del giocatore facendolo rendere conto dell'importanza del suo ruolo: esplorare nuovi mondi, renderli migliori per le specie della via Lattea, difendere gli avamposti, organizzare le poche scorte iniziali, scoprire i misteri di un'antica razza che sembra tenere in mano le redini della galassia. E quando lascerà la mano, sarete voi a gestire tutta quanta la baracca: questa è la storia dell'ascesa del Pioniere. I pianeti esplorabili, sette in totale, sono abbastanza differenziati tra di loro e ospitano una ricca offerta di incarichi da portare a termine. Stavolta Bioware si è impegnata di più: moltissime tra queste missioni sono più che semplici riempitivi, al contrario del precedente lavoro, Dragon Age Inquisition. In Andromeda saremo di nuovo capaci di girovagare a bordo di un veicolo: il Nomad, che, anche se disarmato, compie il suo dovere e l'esperienza non è mai frustrante.
Focalizziamoci sull'aspetto chiave della saga, e anche di Andromeda: storia e personaggi. La trama principale non è molto lunga ma riesce ad avere uno svolgimento appagante e ben distribuito durante l'esperienza di gioco. Niente finali deludenti, stavolta, questo possiamo dirlo. Il tono non è oppressivo come nella vecchia trilogia, ma riesce comunque a tenere alta l'asta dell'attenzione e i kett, il nuovo nemico, sono affascinanti forse anche per il fatto che è lasciato un certo alone di mistero per quanto riguarda la loro descrizione; sono una minaccia potente che non va sottovalutata, soprattutto perché non si sa fino a che punto possono arrivare (un po' come i razziatori). Un altro grande pregio della vecchia trilogia era sicuramente la caratterizzazione dei personaggi. Mass Effect Andromeda non è da meno; i compagni e l'equipaggio della Tempest (la nostra nuova e scintillante nave) sono personaggi pieni di umanità, anche quando si tratta di esseri di nuove razze. Il team di sviluppo si è voluto soffermare molto sull'unione del gruppo con molte scene di intermezzo tra le missioni, alcune veramente ben scritte, altre purtroppo non molto riuscite. Alla fine del gioco comunque, la compagnia del nostro Pioniere inizia già a mancare.

Parliamo ora del gameplay. Ancora più brusca è stata la virata verso l'action: i combattimenti sono più rapidi della media del genere. L'azione è dinamica, costringe a saltare, schivare, a non rimanere fermi insomma, complice anche l'IA dei nemici che compie spesso manovre di aggiramento e diversivi. Tutti i fronzoli sono stati tolti, tra cui anche la possibilità di dare ordini ai compagni di squadra. Se ne sente la mancanza ma in effetti con questo nuovo volto dei combattimenti sarebbe stato impossibile conciliarli con il ritmo di gioco. I poteri non sono mai stati così divertenti da vedere e da usare. Abbastanza approfondito è anche il sistema di crafting delle armi e delle armature (queste ultime con poca varietà di design, purtroppo).

E ora si passa alla questione spinosa: il comparto grafico. I difetti ci sono, è innegabile; glitch e bug capitano qualche volta, nulla che renda il titolo ingiocabile, sia chiaro, ma comunque restano e sono vistose come delle macchie su una camicia appena lavata. Le animazioni facciali (migliorate dopo la patch 1.05) erano indubbiamente non all'altezza di un gioco dal così alto budget. Ma è anche vero che questi difetti spariscono di fronte alla vastità dell'offerta, come gocce in un oceano, verrebbe da dire. Alle animazioni facciali si fa presto l'abitudine e non sono comunque un aspetto in grado di rovinare davvero un'opera di queste dimensioni. La qualità delle ambientazioni e dei panorami mozzafiato, gli effetti particellari delle esplosioni e dei poteri tolgono ogni dubbio riguardo al comparto grafico: non è perfetto, ma molto più che buono.

Nelle settimane prima e dopo la sua uscita c'è stato un gran parlare di Mass Effect Andromeda. C'è qualcuno che si strappa i capelli, gente che addita la bruttezza dei personaggi femminili a piani elaborati dalle organizzazioni femministe o LGBT (non commento) e molti altre persone che non vale la pena citare. A tutti quelli che non l'hanno ancora fatto do un consiglio: non ascoltate nessun commento e giocatelo. Se non siete convinti aspettate che scenda di prezzo, ma giocatelo, soprattutto se siete appassionati di fantascienza. Perché Mass Effect, e Andromeda in particolare, è la quintessenza della fantascienza e della sua parte più classica, fatta di stelle e alieni, astronavi e raggi laser; è il gioco che tutti abbiamo sognato da bambini. C'è il sense of wonder e solo questo dovrebbe bastare per convincervi ad acquistare il biglietto d'ingresso.

9

Voto assegnato da Michele Shepard
Media utenti: 7.6 · Recensioni della critica: 8.2