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"Non vi piacciono microtransazioni e loot box? Non acquistatele. Le compagnie cercheranno sempre di guadagnare"

La questione microtransazioni è caratteristica degli ultimi anni ma negli ultimi mesi ha sicuramente attirato l'attenzione di un numero di giocatori sempre maggiore, soprattutto a causa della presenza sempre più massiccia in diverse produzioni tripla A e anche in titoli prettamente single-player (che normalmente si erano in parte "salvati" da questa pratica).



L'argomento è al centro di un interessante articolo pubblicato da Games Industry e incentrato sull'opinione di diverse personalità del settore. Tra queste spunta anche quella di Niles Sankey, ex Bungie (ha lavorato su Halo e Destiny) e sviluppatore di Asemblance, un'avventura indie in prima persona. Le parole di Sankey sono molto semplici e pongono particolare attenzione sul comportamento dell'utenza e sul potere garantito dal loro portafoglio.



"Al di là dei costi di sviluppo, gli sviluppatori e i publisher cercheranno sempre di fare soldi: è normale, si tratta di un business. Gli sviluppatori hanno una pensione per cui risparmiare dei soldi e hanno famiglie da mantenere. Se le persone non apprezzano le loot crate e le microtransazioni, non dovrebbero supportare il gioco comprandole. E suggerisco di non comprare i giochi realizzati dalle compagnie che hanno precedentemente dimostrato pratiche di business disoneste.

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20 ottobre 2017 alle 09:40