Shenmue: come Yu Suzuki reinventò il videogioco moderno
Tre anni fa successe qualcosa di impensabile. Durante la conferenza Sony dell'E3 2015 un brave trailer e un timido Yu Suzuki annunciavano, fra il fragore esplosivo di un pubblico in delirio, lo sviluppo di Shenmue 3 e relativa campagna Kickstarter.
Per molti un evento come tanti. Per altri l'annunciazione del messia. Un po' come se finalmente Valve dicesse “preparatevi che tra poco potrete giocare a Half Life 3”.
Ma dietro Shenmue, dietro questo nome che ai più non accende l'alcunché minima emozione, cosa si nasconde? Perché tanto rumore per il seguito di un gioco di ormai 17 anni fa?
Ma cos'è veramente Shenmue?
Prima di passare alla portata principale, è giusto spendere due parole sul creatore di Shenmue. Se Miyamoto è riconosciuto universalmente come il game designer per eccellenza, negli anni '80 c'era un altro nome a scuotere gli animi dell'allora ragazzini: Yu Suzuki.
Per anni il designer giapponese, insieme al padre di Sonic Yuji Naka, è stato il volto di una Sega che sembrava inarrestabile. A lui si devono alcune pietre miliari come Out Run, Space Harrier o Virtua Fighter. Una mente visionaria che da sempre ha traghettato l'industria videoludica verso la modernità.
Un vulcano di idee pronto ad eruttare proprio con Shenmue.
Per Suzuki, Shenmue è stato un pensiero fisso. Un progetto frenato prepotentemente da una tecnologia ancora acerba che non gli permetteva di rendere reali le proprie ambizioni. Ed è solo quando quest'ultima compì i primi passi in avanti, con il Saturn prima e il Dreamcast poi, che Project Berkley (il nome in codice di Shenmue) iniziò a prendere forma.
Shenmue HD I & II - PlayStation 4
Di: SEGA
Data di uscita: 21/08/2018
Prezzo: EUR 35,98
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Parola d'ordine: libertà
Per stessa ammissione di Suzuki, prima di Shenmue non c'era nulla di equiparabile. Non esisteva un genere che potesse racchiudere l'essenza di un gioco così sfaccettato, tanto che lui stesso coniò un termine apposito: F.R.E.E.
Questo acronimo stava per Full Reactive Eyes Entertainment. Anche solo leggendolo trasmetteva al giocatore la totale libertà di immergersi in un mondo completamente nuovo e vivere un'esperienza unica, slegata dai preconcetti e dalle regole dei videogiochi del tempo. E nel 1999 – per arrivare da noi solamente l'anno dopo – non c'era proprio nulla di associabile a Shenmue.
