Il leggendario “Blast Processing” pubblicizzato da Sega esisteva davvero, ma cosa faceva realmente? - art
Il Blast Processing. Non tra poche controversie a suo tempo, Sega sfruttò pesantemente questo termine per commercializzare la sua console Mega Drive negli Stati Uniti (in cui si chiamava Genesis) e fare concorrenza diretta al Super NES. Un'idea talmente riuscita che Nintendo fu costretta a pubblicare pubblicità a doppia pagina sulle riviste specializzate per confutare le affermazioni di Sega. Molti hanno respinto questo termine come una semplice mossa di marketing aggressivo (il che fino ad un certo punto è vero), ma il fatto è che il Blast Processing esisteva davvero e oggi lo dimostreremo con una concept demo sviluppata dal talentuoso programmatore Gabriel Morales.
Perché abbiamo bisogno di una demo? Dopotutto il marketing di Sega sembrava affermare implicitamente che la “velocità esplosiva” e la meravigliosa grafica di Sonic 2 fossero possibili grazie al “Blasting Processing”. Tuttavia, si è scoperto che non era questo il caso e, a quanto pare, il team pubblicitario di Sega of America aveva sfruttato il termine utilizzato durante una presentazione tecnica, ignorando il reale scopo di quella tecnologia e le sue applicazioni perché, probabilmente, suonava piuttosto figo.
Il fatto è che questo “Blast Processing” è un'applicazione low-level dell'hardware del Mega Drive che, sorprendentemente, non fu mai utilizzato in nessun gioco uscito sul mercato e solo negli ultimi anni si è riusciti a padroneggiare la tecnologia con successo. Ma anche in questo caso, la sua effettiva utilità nei giochi è fortemente limitata, con alcuni risultati interessanti, ma non esattamente rivoluzionari.
