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Stadia: il modello di business, al lancio, dimostra che Google sta andando controcorrente - editoriale

Avrei davvero voluto che Stadia fosse il Netflix dei videogiochi. Google ha insistito col dire che non lo fosse, e ha ragione, non lo è. Non al lancio, comunque, visto che abbiamo dovuto sborsare €129 per giocare con la Founder's Edition. Ma il modello da seguire dovrebbe essere quello e penso che anche Google lo sappia.



Allo stato attuale, lo strano modello di business di Stadia dimostra che il servizio sta andando controcorrente. Supponiamo che la tecnologia vi abbia convinti e tutti felici vi tuffiate al suo interno. Quello che immaginereste di fare è pagare €9,99 al mese per accedere ad una libreria di giochi con la semplice pressione di un pulsante. Purtroppo però, la realtà di Stadia al momento del lancio è ben diversa.



Non solo abbiamo dovuto pagare €129 per la Founder's Edition, che offre un Chromecast Ultra e un controller (che, a un primo sguardo, sembra uno di quei controller di terze parti a basso costo che si faceva usare ai propri fratelli più piccoli per giocare in multiplayer, ma dopo un po' di tempo ha un buon feeling tra le mani), ma dovremo anche pagare per i singoli giochi. Occorre quindi entrare nello store di Stadia, a cui si può accedere solo tramite smartphone e, giunti qui, viene messo a nudo il vero orrore del modello di business di Stadia.



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19 novembre 2019 alle 17:40