Luna – Recensione
La maggior parte dei videogiocatori è alla ricerca di emozioni forti, godibili senza mettere a repentaglio la propria salute: auto velocissime, guerre infinite e chi più ne ha più ne metta. Ogni tanto però può essere utile anche staccare la spina e dedicarsi a opere create per rilassare, come l'ultima fatica di Funomena, intitolata Luna.

Vita da nido
Se siete abituati a leggere fiabe ai vostri figli, vi immedesimerete subito nella narrazione di Luna, strutturata appunto come quella di un libro. Una voce fuori campo racconterà la storia di un uccellino che, svegliato dal suo sonno da un gufo, inghiottirà per errore l'ultimo frammento di luna. Scaraventato lontano dal suo nido, il giovane volatile dovrà esplorare una serie di mondi e aiutare le creature residenti negli stessi per riuscire a ritrovare la strada di casa, seguendo le indicazioni delle stelle e cercando nel frattempo di rimettere assieme i pezzi del luminoso satellite terrestre.
L'avventura si dipanerà in quattro diverse ambientazioni, in cui il nostro amico piumato dovrà prima rimettere in ordine le costellazioni e poi sfruttare le abilità che il frammento di luna gli ha donato per ridare vita agli aridi mondi in cui si troverà a passare. A dispetto di una longevità che, lo diciamo fin da subito, non supererà il paio d'ore, le emozioni che Luna cerca di regalare ai giocatori puntano su comparti audio e video di prim'ordine e sacrificano in parte il gameplay proprio per focalizzare l'attenzione degli utenti su questi due aspetti.

Figli delle stelle
Parlando puramente di gioco, le meccaniche alla base di Luna sono sostanzialmente due: la risoluzione di puzzle basati sulle stelle e la ricostruzione dell'habitat visitato dal nostro uccellino per curare la creatura malata che lo popola. Per quanto riguarda la prima meccanica, ogni mondo chiederà al giocatore di utilizzare un cursore in stile punta e clicca, oppure PlayStation VR, tema di cui parleremo approfonditamente più avanti nella recensione, per interagire con costellazioni spostando le stelle che le compongono.
Lo stile ricorda molto quello del gioco delle riviste enigmistiche in cui si è chiamati a unire i puntini, risultando quindi sempre abbastanza semplice, ma non troppo da risultare monotono o noioso, soprattutto perché con il proseguire dei livelli aumenterà anche la difficoltà. Nella modalità di ricostruzione, che raggiungeremo dopo aver sistemato le costellazioni e scoperto quale sarà l'animale da salvare, dovremo invece usare i nostri poteri per piazzare alberi e piante e colorarle a nostro piacimento per donare nuovamente vita al panorama.
