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Dolittle - recensione

John Dolittle è un eccentrico medico veterinario, personaggio nato dalla penna dello scrittore Hugh Lofting, che ha raccontato le sue avventure in una serie di libri, pubblicati a partire dagli anni '20. Il successo era stato tale che in seguito si è usato materiale inedito, per andare avanti a pubblicare libri fino al 1955. Di recente Robert Downey ha detto che il personaggio sia ispirato a un reale medico gallese, Willian Price, definito un "neopagano", ma in rete si nomina un chirurgo scozzese di nome John Hunter.



Di questo personaggio si era già occupato il cinema, con il celebre film del 1967, diretto da Richard Fleischer e interpretato da Rex Harrison, attore allora molto popolare, reduce dall'Oscar per My Fair Lady, e un giovane Richard Attenborough (due Oscar e un GG). Era un maturo medico di campagna, animalista e vegetariano ante-litteram e pure quasi proto-femminista (e anche prematuramente contrario ai circhi), dotato di un incrollabile ottimismo e di britannica imbranataggine nei rapporti sentimentali. Ma già in precedenza c'erano stati un cortometraggio e un adattamento in forma di radiodramma e poi negli anni '70 gli autori della Pantera rosa (DePatie-Frelang) avevano trasposto il personaggio in una serie in animazione, per arrivare nel 1998 alla pessima versione, con Eddie Murphy (che stravolgeva la storia originale), pure raddoppiata da un sequel, e poi addirittura altri tre successivi film, tutti trascurabili, fino al 2009.



Oggi del personaggio si è appropriato Robert Downey Jr, come interprete e anche produttore esecutivo (e la moglie co-produce). In precedenza si era concesso una vacanza dagli Avengers solo in pochissime occasioni, due Sherlock, The Judge, Parto col folle, Il solista. Arriviamo così al film di questi giorni: siamo in epoca vittoriana e Dolittle, che conosciamo dopo un breve prologo in animazione, ha la particolarità di comprendere il linguaggio di ogni animale esistente e di essere a sua volta compreso. É un vedovo, rimasto solo con un dolore inconsolabile, rinchiuso da anni dentro una vasta tenuta, dove convive con molti animali esotici, alcuni dei quali costituiscono una specie di "cerchio magico", più intimo. Si tratta di un pappagallo (Emma Thompson), specie di Grillo Parlante, di un'oca pasticciona (Octavia Spencer), di un ansioso gorilla (Rami Malek), di un orso bianco freddoloso (John Cena) e di uno struzzo complessato (Kumail Nanjian). Sono tutte voci blasonate, che ci perdiamo nella versione doppiata ma sembra giusto nominarli.



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29 gennaio 2020 alle 10:50