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FoxyLand – Recensione

Esiste, o almeno dovrebbe esistere, un confine tra la realizzazione di un videogioco che si ispira ai classici del passato e la realizzazione di un videogioco anacronistico o, ancor peggio, mal sviluppato. Nulla vieta che nel 2020 una software house decida di creare un platform con grafica 8 bit e gameplay degno del primo Super Mario Bros, ma ci si aspetterebbe di trovare qualche minima innovazione, o per lo meno un livello di coinvolgimento paragonabile all'esempio di partenza. FoxyLand non soddisfa le attese, configurandosi come un titolo freddo, poco ispirato e inevitabilmente oppresso dal peso del Platino facile targato Ratalaika Games.



Il solito pretesto, ma potevate sforzarvi…



E' una legge non scritta dei videogiochi quella che il protagonista di un platform puro debba avere una motivazione per fare quello che fa. E' evidente che il vero scopo di un gioco è farci correre e saltare mettendo alla prova la nostra abilità e i nostri riflessi, eppure è sempre necessario fornire un pretesto che giustifichi a livello narrativo tali azioni. Nessun giocatore dovrebbe avere grandi pretese in questo senso, eppure FoxyLand riesce a lasciare un senso di amaro in bocca anche ai meno esigenti.



La “cutscene” iniziale, per la quale dovremmo usare molte più virgolette, dura solo pochissimi secondi e non spiega niente neanche per iscritto. Assistiamo semplicemente, nella stessa grafica e impostazione 2D del gioco vero e proprio, al rapimento della volpe compagna del nostro protagonista da parte di un'aquila. La nostra Jennie (nome che scopriamo solo leggendo la pagina del gioco sullo store), mentre viene portata via, lascia cadere a terra gemme viola il cui significato diverrà chiaro nel gioco vero e proprio. Non c'è altro… siamo pronti a partire.



Da mobile, e si vede



FoxyLand è un titolo che si trova anche per smartphone e per comprenderlo non serve neanche andare a controllare sugli store. L'impostazione del gioco, con la classica schermata di selezione dei livelli e la valutazione a tre stelle al termine di ognuno di essi, lascia poco spazio a dubbi. Non che non sia possibile portare giochi mobile su console fissa, ma solitamente è un chiaro indicatore del livello di qualità, profondità, gameplay e coinvolgimento che ci si può aspettare.



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Nello specifico, FoxyLand è un platform classico, bidimensionale e con grafica a 8 bit nel quale il nostro scopo è completare trentasei livelli guidando la volpe Foxy. Ogni livello contiene diverse gemme viola (quelle lasciate da Jennie) e numerose ciliegie da raccogliere. Le prime sono necessarie per poter completare il livello; una volta raccolte, si aprirà una porta di uscita che ci farà procedere. Le ciliegie sono invece facoltative e servono a ottenere la valutazione massima di tre stelle, se raccolte tutte, e ad acquistare oggetti di gioco nel negozio disponibile nel menù.



Salto, poi salto, infine salto



Dai primissimi livelli, che durano una manciata di secondi e non presentano alcun ostacolo, si aumenta gradualmente il grado di complessità e difficoltà. Andando avanti incontriamo i primi nemici (rospi, opossum e aquile), alcune leve da attivare per accedere ad aree interdette, ostacoli ambientali come frecce avvelenate, spuntoni metallici e pareti mobili pronte a schiacciarci, scale e piante rampicanti a cui appenderci e piattaforme instabili o molto ristrette su cui calibrare al millimetro i nostri salti.



Tutto quello che possiamo fare, infatti, è appunto saltare con il tasto X. Se ci sentiamo particolarmente arditi, possiamo addirittura premerlo due volte ed eseguire un doppio salto, ma è bene riservare queste acrobazie alle sezioni più difficili. Con il salto possiamo recuperare gemme e ciliegie sopraelevate e persino saltare in testa ai nemici per eliminarli con un colpo solo. Che altro ci serve, dopotutto? Potremmo pensare a un tasto diverso per attivare le leve, ma perché implementarlo quando basta passarci sopra per alzarle o abbassarle?



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29 gennaio 2020 alle 17:10

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