Tiny Hands Adventure – Recensione
Cosa farebbe un giovane T-rex frustrato dal fatto di avere degli arti anteriori troppo corti? Esatto! Andrebbe da una maga per farsi risolvere il problema. Tiny Hands Adventure ci porta all'avventura con Borti, un giovane tirannosauro stufo di avere le “braccine” e che sarà disposto a tutto pur di ovviare al suo problema.
Una manina lava l'altra…
Il protagonista di questo platform è un giovane T-rex di nome Borti, proveniente dalla ridente (supponiamo) cittadina di Dinoburg. Egli è in cerca dell'aiuto di una maga di nome Lady Florella, che lo aiuti con il suo piccolo problema. Altri dettagli sulla storia non ci vengono forniti ma ciò che sappiamo è che dovremo compiere delle faccende per conto di quest'ultima. Lei in cambio ci fornirà attrezzi utili che ci faranno dimenticare di avere gli arti troppo corti (fare una magia no?).
Quello che ci chiederà Lady Florella, sarà quello di inoltrarci, tramite portali in diversi mondi, dove dovremo sconfiggere i relativi Boss e procedere oltre. In cambio, come già detto, ci fornirà strumenti utili che ci permetteranno di fare cose che normalmente un T-rex non potrebbe fare. Con questi strumenti saremo in grado di effettuare azioni particolari, ad esempio: quando otterremo la trivella potremo scavare nel terreno in cerca di gemme, oppure quando otterremo le braccia meccaniche allungabili potremo fare attacchi con un raggio più ampio ed usare le funivie e così via.
Le “braccine” non sono l'unico problema
Tiny Hands Adventure si propone come un platform indicato principalmente per un target di videogiocatori non troppo cresciuti. Il gameplay porta con sé alcuni problemi tecnici che lo rendono poco adatto, sia ad un pubblico di neofiti del genere, sia ai più navigati. In un platform la fluidità e la precisione dei movimenti rappresentano le basi da cui partire. In questo il povero Borti pecca un pò e a rimetterci è il giocatore, che perde vite, nel tentativo di evitare cadute e passi falsi mortali.
Nei livelli si dovranno raccogliere prosciutti lungo i percorsi, rompere casse, raccogliere gemme (per un puro fattore collezionistico fine a se stesso) e pietre rosse che, una volta raccolte (una per ogni livello) ci permetteranno di affrontare il Boss di zona e proseguire oltre. Ogni portale presente nell'hub di gioco ci collegherà in uno dei quattro scenari che compongono un'area. Per passare all'area successiva (in totale sono cinque) dovremo sconfiggere un pericoloso nemico.
Morire è piuttosto semplice, ma non per la difficoltà intrinseca del gioco, quanto più per scelte di level design azzardate e talvolta raffazzonate. Toccare o anche solo avvicinarsi di molto ad un nemico od ostacolo ci causerà la morte imminente e la perdita di una vita. Alcune aree si fanno apprezzare più di altre e il cambio di telecamera in determinate zone o il cambio di stile grafico che contraddistingue alcuni scenari sono davvero belli. Il comparto audio si limita a poche tracce, ognuna legata ad un determinato scenario, riprodotte in loop.

Ho un Déjà-Vu?
La caratterizzazione dei livelli e la loro estetica non è affatto male ma è doveroso soffermarsi su alcuni aspetti che pescano a piene mani da altri titoli (sì, sto pensando a quel gioco in cui controlliamo un Bandicoot) e talvolta sembra di trovarsi dinanzi a qualcosa di più di una semplice citazione o omaggio. Al raccoglimento di un numero definito di prosciutti (avrete un counter in alto a sinistra che si riempirà man mano), otterrete una vita. In alcuni livelli, soprattutto in quelli ambientati nella giungla, la telecamera si sposterà davanti al protagonista inquadrandolo frontalmente e il povero Borti verrà inseguito da un grosso masso che cercherà di schiacciarlo.
Anche le Bossfight attingono ad alcuni elementi che hanno reso celebri gli scontri con personaggi del calibro di Papu Papu e Ripper Roo per fare un esempio (sempre riferito a quel titolo nato su Playstation 1 e con protagonista il Bandicoot). Ciò non significa però che ci siano state delle scopiazzature di livello magistrale e vogliamo pensare che abbiano voluto omaggiare uno dei capisaldi del genere platform.
Trofeisticamente parlando, niente di così difficile
Per ottenere il trofeo di Platino dovrete concludere tutti i livelli di tutte le aree con i relativi Boss, completare nuovamente i livelli in modalità difficile e collezionare trenta vite. Niente di impossibile insomma. Per l'elenco dei trofei vi rimandiamo alla nostra guida presente sul forum.
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