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Quant'è importante la durata di un videogioco per un cacciatore di trofei? – Speciale

Con l'arrivo dell'elenco trofei (e della conseguente guida) di Horizon: Forbidden West mi sono interrogato sul quanto sia effettivamente importante la durata di un videogioco e quanto questo possa combaciare con la passione della community per cui scrivo e di cui faccio parte: la caccia ai trofei. Siamo in tanti, nel mondo, ad avere questa passione, il “DING!” di ogni nuovo trofeo di Platino sbloccato e la sensazione di benessere che ci porta sono qualcosa che difficilmente riusciamo a spiegare, ma sappiamo per certo che è importante aggiungerne sempre uno in più nella nostra bacheca. Ma effettivamente, quant'è deleterio per un cacciatore avere a che fare con i trofei e la durata esagerata di alcuni titoli?



Il gioco è bello quando dura poco



Non a caso, mi ritrovo in un periodo della mia vita in cui non posso che essere assolutamente d'accordo con questo vecchio proverbio. Da platinatore, non estremamente incallito, mi ritrovai nel 2019 a giocare Monster Hunter World con seguente corsa al Platino. Il risultato? Ben sei mesi spesi sul titolo di Capcom che con l'arrivo di Death Stranding mi hanno letteralmente allontano da molti altri titoli. Oggi mi ritrovo con una sensazione di disagio assurdo ogni qualvolta sento parlare di giochi che superano le dieci ore, trofei di Platino compresi. The Witcher 3, Persona 5 (compresa versione Royal), sono stati tra gli altri titoli che ho recuperato in questi ultimi tre anni, non senza sentirmi prima effettivamente pronto per essi. I giochi accumulati e non ancora giocati sono ancora lì che mi guardano con fare schivo. E con la crescita personale, gli impegni IRL (utilizzando termini da vero giovincello), il tempo da passare alla console cala sempre più.



L'ultima sensazione di vero benessere provato è stato platinare il buon Resident Evil 2 Remake, che con la sua sola campagna principale in blind dura non più di sette ore, esagerando, e con un Platino che si aggira attorno alle quindici ore complessive, esagerando di nuovo. Mi sono ritrovato, infatti, a terminare una speedrun in meno di un'ora e mezza. Una sensazione fantastica. Quindi, di nuovo: perché noi cacciatori di trofei ci vogliamo del male buttandoci su titoli dalla durata estrema? E perché gli sviluppatori ci vogliono male portandoci a fare sempre più run su di un titolo?



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Ve la ricordate questa provocazione? Ho ancora i brividi.



Durata è sinonimo di qualità?



Con l'avvento di Dying Light 2: Stay Human e le dichiarazioni di Techland riguardo la durata del titolo tendente a infinite ore di gioco (esagerazione doverosa), mi sono chiesto quanta qualità ci potesse essere in queste dichiarazioni. Molte volte ci siamo ritrovati a giocare titoli di studi di sviluppo (*coff coff* Ubisoft) che per giustificare le dodicimila ore di gioco riempivano il proprio titolo di missioni tutte uguali. Quant'è deleterio questo ragionamento per uno studio e per i suoi giocatori? Aggiungiamo anche, in qualità di cacciatori di trofei, quanto possa essere deleterio dover terminare al 100%, magari, una prima run e poi completare la seconda alla difficoltà più difficile del secolo solo per un trofeo. Certo, dopo si che potremmo essere considerati “veri giocatori”, ma questa pratica quanto può essere definita divertente?



Penso che, magari e di nuovo esagerando, oggi, la durata effettiva di un titolo, Platino compreso, non dovrebbe superare le venti ore. Un buono studio di sviluppo saprebbe sicuramente come rendere indimenticabile un titolo anche sotto il fronte dei trofei. Capisco anche che molti dei consumatori non si troverebbero d'accordo nell'acquistare un titolo a prezzo pieno e che duri relativamente “poco” ma penso anche che questa ipotetica presa di coscienza possa aiutare il team di sviluppo a lavorare meglio, senza allungare il brodo con contenuti poveri e che non aggiungono nulla all'esperienza. Soluzioni simili porterebbero anche i videogiocatori più “casual” ad aprirsi a quello che sono i videogiochi oltre l'intrattenimento: delle esperienze.



Perché oggi, così come il cinema, i budget altissimi e lo star system che si è costruito attorno a director e attori, anche il mondo videoludico ha spunti interessanti da scoprire. Un messaggio nascosto tra i meandri di pixel che si muovono sullo schermo, una morale, una semplice storia, tutto ciò può essere trasmesso in poche ore, con i giusti fondi, insieme alla componente più importante di un videogioco: il divertimento. Perché è vero, in realtà, divertendosi si può anche imparare. E un cacciatore di trofei ha anche smania di passare ad un nuovo titolo. E si, queste sono le lacrime di un videogiocatore dal backlog infinito. Grazie per l'attenzione.



E voi cosa pensate della durata dei videogiochi?



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26 marzo 2022 alle 17:00

Condiviso da Riliu e un altro.Piace a 6 persone

 

I trofei sono la rovina di molti videogiochi , e di molti videogiocatori stessi che si credono master solo perché hanno 2/300 Platini . Per non parlare dei giochi creati solo per trofei facili

 

Un buon videogioco, per essere tale nel mondo dei collezionatori di trofei, deve avere trofei prevalentemente legati alla storia ed ai collezionabili, con qualche trofeo di contorno legato a sfide dentro e fuori dalla modalità storia

 

Io cambierei il platino. Invece della totalità di tutti i trofei, lo assegnerei al completamento del gioco al massimo livello disponibile. Così chi volesse aggiungere trofei facendo collezionabili, potrebbe farlo. Chi volesse solo platinare, giocherebbe solo la storia .