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Host 714 – Recensione Speedrun

L'obiettivo di Host 714, protagonista della nostra recensione Speedrun, è quello di scappare da una terribile prigione. Il vero carcere però, come vedremo, sono le meccaniche studiate dal team di Tengukaze Studio. Dietro un'opera potenzialmente affascinante infatti si cela un'esperienza stealth incredibilmente frustrante, destinata a tirare fuori il peggio di voi.



L'uomo piovra



Pur trattandosi di una produzione di un piccolo studio indipendente brasiliano, pubblicata grazie al supporto di QUByte Interactive ai developer verdeoro, Host 714 non disdegna di provare a raccontare ai giocatori una storia. Invece di lanciarci direttamente nell'azione, scopriamo rapidamente le vicende di Squid, un giovane dipendente dalle droghe che apprende di un miracoloso centro di riabilitazione.



La struttura, posizionata su un'isola, ha la fama di riuscire a curare rapidamente chi vi staziona grazie a innovativi ma misteriosi metodi. Squid decide quindi di compiere un lungo viaggio per arrivare nell'Orange Institute, dove fa la conoscenza del direttore, Mr Talkeyman. Quello che sembra un paradiso si rivela però rapidamente un incubo. Il nostro Squid viene infatti rinchiuso in quello che a tutti gli effetti è un carcere.



Come se non bastasse, al povero paziente viene iniettato anche uno strano virus che lo consuma dall'interno e lo porta sempre più verso la soglia della morte. Nonostante la situazione sembri critica, un vicino di stanza gli svela un possibile piano di fuga, per tentare di evadere dall'Orange Institute e tornare a respirare aria di libertà.



Questo incipit permette al team di Tengukaze Studio di dar vita a un gioco stealth con visuale top down, in cui il giocatore dovrà muovere con saggezza e rapidità il nostro Squid per evitare che le guardie lo scoprano, riportandolo al fresco e causando l'immancabile game over. Come vedremo, però, Host 714 nonostante buone premesse fallisce sia sotto il lato del divertimento che sotto l'aspetto tecnico.



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Urla che ti passa



L'iniezione del doloroso virus nel corpo del protagonista serve a introdurre la meccanica principale di Host 714. Dopo un certo numero di passi, infatti, il dolore provato da Squid sarà talmente forte da costringerlo ad urlare. Per monitorare lo stato di salute del paziente potremo usare un'apposita “barra delle urla”, mentre in caso di emissione di suoni apparirà sul pavimento un marker che indica l'origine del grido.



Questo si rivelerà fondamentale, perché i versi del protagonista attireranno tutte le guardie della zona, che verranno a cercarci. Se ci individueranno con la loro torcia, dal raggio a cono tipico dei giochi stealth del passato, sarà sconfitta istantanea. Il punto che esamineranno sarà quello marcato, dunque sarà sufficiente spostarsi dalla zona e nascondersi per salvarsi. Questa meccanica, seppur sulla carta interessante, frammenta fin troppo l'azione. Le numerosi catture, inoltre, generano una grandissima frustrazione, anche perché a volte verremo avvistati in modi impossibili da comprendere.



Dover ripetere intere sezioni con l'handicap del movimento “urlante” è tutto meno che divertente, anche se fortunatamente proseguendo la campagna il nostro prigioniero imparerà a tollerare maggiormente il dolore. Non che questo modifichi il gameplay in maniera radicale: si potrà semplicemente fare mash-up su un tasto per trattenere le grida.



Rivedibile anche il comparto tecnico: detto di una grafica simpatica ma non esaltante, i comandi risultano incredibilmente legnosi, senza contare varie compenetrazioni e alcuni bug che abbiamo riscontrato durante la nostra prova. A livello di colonna sonora, invece, Host 714 è abbastanza monocorde e sicuramente dimenticabile. Discreta la longevità, se rapportata al prezzo: ai più abili sarà sufficiente mezz'ora per concludere la storia di Squid.



Il Platino di Host 714



Da una piccola produzione indipendente ci si aspetterebbe una lista trofei lineare e semplice da completare. Sfortunatamente i ragazzi di Tengukaze Studio non sono di questo avviso: nel loro elenco trovano infatti spazio trofei mancabili e legati ai finali multipli. La sfida più complessa resta però quella di completare l'intera avventura senza mai farsi beccare: preparatevi a svariati tentativi e molta rabbia se punterete al Platino del gioco.




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10 novembre 2023 alle 16:00