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The House of Da Vinci 3 – Recensione Speedrun

Dopo due capitoli molto apprezzati dagli amanti dei puzzle, siamo tornati tra gli schemi rinascimentali per la recensione di The House of Da Vinci 3. Il team di Blue Brain Games, ormai divenuto esperto in escape room e giochi basati sui puzzle, propone agli amanti dei titoli riflessivi una nuova sfida, l'ultima della saga. Scaldate i cervelli, perché ci sarà da pensare parecchio!



A casa del genio



Chi non conosce Leonardo da Vinci? Che siate italiani o stranieri, il genio toscano è conosciuto in tutto il mondo come celebre scienziato, inventore e artista rinascimentale. Anche il team di Blue Brain Games è a conoscenza della notorietà del personaggio, tanto da aver deciso di dedicargli una serie di videogiochi. The House of Da Vinci, giunta al terzo e ultimo capitolo, affonda le sue radici nel 2017 e porta i giocatori a vestire i panni di un apprendista di Leonardo, Giacomo. Dopo un lungo inseguimento è ora di unirsi al maestro e districare una cospirazione che coinvolge alcune potenti personalità dell'epoca.



Per raggiungere questo scopo, dovremo risolvere una serie di enigmi di difficoltà crescente. Questi implicano la necessità di sfruttare al meglio le proprie capacità cerebrali, in quanto sarà necessario capire come e dove utilizzare determinati strumenti, oltre a sfruttare anche un po' di pensiero laterale. La trama, in tutto questo, si dipana abbastanza pigramente, lasciando al giocatore indizi sotto forma di note e di appunti. Per quanto lo stile generale faccia venire in mente opere come Broken Sword, la visuale in prima persona richiama prepotentemente i giochi a oggetti nascosti di Artifex Mundi.



La qualità generale è comunque buona, con ambientazioni variegate e con una buona quantità di dettagli. Le scene animate, realizzate con la grafica del gioco, ci sono sembrate un po' legnose, senza però mai risultare fastidiose. Del resto, The House of Da Vinci 3 non punta a stupire il giocatore con un comparto tecnico mozzafiato, quanto piuttosto con dei puzzle intriganti e degli enigmi in grado di stimolare la mente.



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Il gameplay di The House of Da Vinci 3



Ma come potremo, nei panni di Giacomo, sventare la cospirazione? Abbiamo ereditato dai capitoli precedenti uno strumento in grado di farci viaggiare nel tempo, che sarà fulcro dei puzzle. Un rapido ma efficace tutorial iniziale ci spiegherà le basi di un puzzle game a schermata fissa, in dovremo studiare schermate statiche e potremo passare da un area all'altra. Lo stile richiama tanti altri giochi a enigmi simili, ma si sposa bene con la natura riflessiva di The House of Da Vinci 3.



I rompicapo sono ovviamente il fulcro del gioco: solitamente dovremo interagire con vari elementi e risolvere sfide più d'intelligenza che di abilità. Non mancheranno però prove come tiri con la balestra e simili, più dinamiche e utili a tenere alta l'attenzione. Lo schema rimane quello tipico del genere: trova un oggetto, usalo in un punto specifico e sblocca una nuova area o un altro elemento. A introdurre una meccanica extra ci pensa la sfera che permette di viaggiare nel tempo, utile sia come strumento “a raggi X” per trovare indizi nascosti, sia per modificare l'ambiente in altre epoche. Si tratta di una formula non certo innovativa, ma funzionale alla trama.



In generale il livello di sfida del gioco non è mai proibitivo e i più abili potranno completare l'avventura in una manciata di ore (meno di 5, visto anche un trofeo legato alla Speedrun). Un sistema di aiuti a fasi permetterà di uscire anche dalle situazioni più dubbie senza magari rovinarsi il brivido della soluzione. Tutto inoltre funziona molto bene: The House of Da Vinci 3 risulta semplice da gestire anche su console, nonostante una progettazione spiccatamente per PC. Un lavoro ben svolto da parte di Blue Brain Games, che chiude al meglio la sua trilogia.



Trofeisticamente parlando: non manca mica qualcosa?



La lista trofei di The House of Da Vinci 3 è piuttosto corposa, seppur povera di soddisfazioni. Ben 30 trofei da sbloccare, di cui però soltanto 3 ori e una grave assenza: quella del Platino. Completando infatti al 100% l'avventura non avremo nessuna scintillante coppa blu ad attenderci: una vera delusione, se si pensa che il titolo è relativamente semplice da terminare e che, a parte la speedrun da 5 ore, tutto il resto delle sfide è praticamente legato alla storia. Chi vorrà cimentarsi nell'impresa comunque si ricordi che dovrà essere veloce (o magari rigiocare l'avventura una seconda volta).




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1 novembre 2024 alle 09:00