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Ti piace scrivere? Vorresti partecipare ad un racconto a più mani? Hai mai sognato di prendere parte ad uno pseudo GDR cartaceo? Questa è la stanza che fa per te.

Akar

Pizza e arresto.

La pizza, così mi ha generosamente spiegato il mio Spettro, é un cibo antico, antecedente addirittura all'Età dell'Oro. È una vera e propria ghiottoneria, almeno per me, poi sono gusti.
Qualcuno ha detto che la pizza é stata inventata in un luogo chiamato Italia. Sarà da qualche parte nella Zona Morta Europea. Comunque resta semplicemente fantastica. Il fatto che riescano ancora a produrla é sintomo di come l'umanità non abbia perso proprio tutto il suo retaggio ancestrale. Detto ciò, arrivo alla torre, lascio le armi tranne il cannone portatile sulla nave e ci rechiamo al bazar. Troviamo il locale. Si chiama l'Ultima Pizzeria. Non so chi l'abbia nominato così ma certamente ha un senso dell'umorismo pessimo.
Di ultime cose, l'umanità ne ha già sin troppe. Ultima Città, Ultima Parola, Ultima... Speranza...
Bandisco i pensieri negativi raggiungendo il bancone col mantello che mi conferisce un'aria decisamente cool. Il pizzaiolo si volta.
-Akar. Quanto tempo. Voi Cacciatori siete sempre così impegnati.-, dice stringendomi la mano.
-Dario. È un piacere. Sapessi. Purtroppo dalla morte di Cayde...-, mi fermo. Vorrei continuare, dire a qualcuno quanto le cose vadano male tra la morte di Cayde e la faccenda delle Ombre di Yor in aggiunta a tutto il resto ma mi fermo.
-Immagino.-, dice Dario. Si mette al lavoro, impastando e preparando un'altra pizza, -La solita?-, chiede con un sorriso. Annuisco.
-Tonno e cipolle, ben cotta. Come sempre, sì. E una bibita. Possibilmente un thé al limone.-, altra eredità antecedente all'Età dell'Oro, il thé freddo al limone é semplicemente un must per me. L'ho scoperto durante la prima visita alla torre. Ricordo che avevo sete e sono entrato nel primo bar, chiedendo qualcosa da bere e quel nome mi ha subito attirato.
Non ho mai più cambiato.
Lascio un po' di lumen sul bancone come pagamento, subito ritirati da una solerte ragazza e mi siedo a uno dei tavoli. Hara mi appare.
-Pensi mai che é anche per questo che combattiamo?-, chiede.
-Certo. Sempre. Ammetto che però queste persone hanno un paio di vantaggi rispetto a noi.-, dico io. Hara spazia sugli avventori del ristorante.
-Tipo che non devono combattere?-, chiede.
-Tipo che non soffriranno mai le perdite che abbiamo sofferto tu ed io.-, ribatto io.
-Ne hanno sofferte altre...-, replica lo Spettro. È vero. Faccio per ribattere ma improvvisamente arriva il cameriere.
-Tonno e cipolle e bibita.-, dice appoggiandomi davanti il piatto, le posate e un bicchiere con la bibita. Sorrido leccandomi baffi. Sopprimo l'istinto di ingozzarmi selvaggiamente e taglio la pizza, mangiando la prima fetta, annullandomi nei sapori e nelle sensazioni.
Ah... quanto tempo...
In realtà la Torre la visito spessissimo ma non mi fermo quasi mai a mangiare.
I nemici sono tanti, i Guardiani sono pochi e il tempo non é nostro alleato.
La seconda fetta é eccezionale. Prendo un sorso di thé. Ottimo!
-Akar Murda?-, chiede una voce femminile. Alzo lo sguardo. Una strega. Pelle scura, naso storto, capelli neri, occhi intelligenti, avvolta in un toga tipica della sua classe.
-Sì. Ma per qualunque cosa ti chiedo di attendere, splendida luce.-, dico. Che posso dire? Apprezzo la bellezza. E quella strega é decisamente bella. Ma non sorride al complimento.
Anzi, mi piazza davanti al naso la mano avvolta attorno a un sigillo.
La pizza improvvisamente assume un sapore cinereo. So cos'é. Lo so ma non per sentito dire. E istantaneamente devo lottare per non strozzarmi col thé freddo.
-Il mio nome è Aunor, dell'Ordine Prassico. E tu sei pregato di seguirci senza fare storie.-.
A seguito di quella frase il mio cervello improvvisamente attiva alcuni riflessi sviluppati nelle terre selvagge. Squadro lo spazio davanti a me. Aunor non é sola. Individuo un altro stregone. E ce n'é un'altro. Merda. L'Ordine Prassico...
Si occupano di trattare i Guardiani che finiscono col divenire troppo addentri all'Oscurità...
E non sono propriamente amici del Ramingo o di chi frequenta assiduamente il suo Relitto.
-Posso finire la pizza? Sai, torno sulla Torre una volta ogni risveglio di Rasputin...-, guadagno tempo cercando di capire come agire. E soprattutto come mi abbiano trovato qui.
-RIbadisco. Seguici senza opporre resistenza. Sei in arresto per contravvenzioni di livello tre.-, dice Aunor. Contravvenzioni livello tre? E che diavolo vorrebbe dire.
Improvvisamente mi ricordo. Prima del mio esilio il Ramingo mi aveva dato la classica lista di cose da fare. Un favore, diceva lui. Pagato benone. Spostare particelle d'oscurità dalla Costa di Smeraldo sino a Nessus. Eppure nessuno doveva avermi visto farlo...
Sopratttutto perché non credo di aver lasciato tracce. Ok, inutile recriminare.
Le alternative sono poche. Due. Resistere o obbedire.
MI guardo rapidamente intorno. Dario é paralizzato al suo posto. Alcuni clienti sono usciti. Altri stanno uscendo. Altri sono paralizzati. Io potrei concretamente estrarre la pistola e piantare due colpi in petto alla bella strega ma gli altri due poi reagirebbero.
E far scoppiare una rissa in piena Città sarebbe semplicemente una dichiarazione di guerra.
L'altra possibilità é arrendermi. E sperare che il mio comportamento mi eviti cose come l'esilio, o la morte.
-Conterò fino a tre.-, dice Aunor, -Uno.-. Inghiotto la pizza, finisco il thé.
-Due.-, dice lei. Hara si materializza.
-Aspettate!-, esclama. Pessimo momento e pessima idea: una scarica ad arco lo travolge, inabilitandolo. Cade al suolo. Bene. Ora sono mortale. Proprio come le persone che ho attorno ad eccezione dei tre stregoni...
-Ragioniamo, va bene?-, chiedo alzandomi. Metto sul tavolo il cannone portatile, spingendolo con due dita verso Aunor, -Non voglio vittime innocenti. Men che meno il mio pizzaiolo di fiducia.-, dico.
-Polsi dietro la testa.-, dice lei. Inflessibile e indecifrabile. Se l'ho impressionata favorevolmente non lo dà certamente a vedere. Obbedisco e vengo ammanettato da uno dei Prassici. Aunor si china e raccoglie Hara. Poi mi portano via dopo avermi incappucciato.
"Merda, una pizza meravigliosa sprecata", penso.