Ludomedia è il social network per chi ama i videogiochi. Iscriviti per scoprire un nuovo modo di vivere la tua passione.

Su LudoStorie

Ti piace scrivere? Vorresti partecipare ad un racconto a più mani? Hai mai sognato di prendere parte ad uno pseudo GDR cartaceo? Questa è la stanza che fa per te.

Akar

Ricordando.

La nave di Aunor, la Fiamma Inestinguibile, vanta una capacità di carico non indifferente. Potrebbe trasportare comodamente sei Guardiani. Ma nel caso specifico ci siamo solo io e lei.
"Non volgio che i Dredgen capiscano qualcosa vedendosi arrivare addosso un esercito.-, mi aveva detto lei poco prima di partire. Ora come ora penso possa essere un errore non portarci dietro qualche rinforzo. Concretamente non sappiamo quanti siano i Dredgen. Quando io ero dei loro erano appena otto. Ora però... Tempo per reclutare ne hanno avuto.
-Rotta per la Riva Contorta.-, dice Aunor. Manovrà la nave con una consumata abilità.
-Tempo d'arrivo?-, chiedo. I sedili non sono comodissimi. Sarà che non le importa la scomodità o forse é qualche bizzarro design da Stregoni...
-Almeno una ventina di minuti.-, dice la strega, -Abbiamo tempo di parlare.-.
-Certo.-, rispondo, anche se so che non é una domanda.
-Hai detto che ci sei da prima della Città. Dicevi per impressionare Edreinos o eri serio?-, chiede lei. Io cerco una posizione più comoda sul sedile. Senza trovarla.
-Non mentivo. La prima cosa che riesco a ricordare é della sabbia in bocca. Il mio Spettro ha detto che il mio nome era Akar Murda. E che avrei dovuto fidarmi di lui.-, inizio a raccontare.
-Mi ha fabbricato un'armatura di fortuna e mi ha aiutato a trovare delle armi. Grazie a lui abbiamo difeso un villaggio da dei predoni. Abbiamo passato tre lunghi anni a fare cose così.-.
Hara si materializza accanto a me in un baluginio di luce.
-Erano tempi duri. All'epoca non erano ancora Guardiani. Solo Rinati. Spaventati, ambiziosi, avidi e confusi. Pessima combinazione.-, dice lo Spettro.
-Beh, diciamo che mi scontrai con un altro Rinato, Jakan Sha.-, continuo, -Lui sosteneva che io fossi sul suo territorio. Io obiettavo che non era giusto abusare del dono ricevuto.-.
-Così lo uccidesti?-, domanda Aunor. Pare interessata. La cosa mi lusinga.
-No. Fuggii. Per un pò. Fino al Promontorio dei Disperati. Poi Jakan mandò una donna, Evien. Rinata anche lei. Brava e capace. Se ci fossero stati i Guardiani per come li intendiamo ora, sarebbe stata una titanide. Comunque lei e io combattiamo. La metto k.o. E non la uccido definitivamente.-, dico. Ricordo quel giorno come fosse ieri.
-Jakan non la prese bene: ci venne a cercare. Uccise personalmente Evien e ne distrusse lo Spettro. E io decisi che non l'avrei permesso. Al Promontorio dei Disperati uccisi quel bastardo e feci in modo che non potesse tornare.-. Aunor ascoltava, rapita.
Mi domando per un breve istante quanto sia vecchia lei, quanto tempo possa essere passato dal suo ritorno come Guardiana. Forse meno di quanto pensavo...
O forse molto di più. Comunque riprendo. Maledetto sedile...
-Comunque, difesi la zona da razziatori vari per un po', poi sentii parlare del rifugio che si stava erigendo sotto la protezione del Viaggiatore e decisi di condurvi la mia gente. Fu un esodo difficile. Morirono in molti. Ma arrivammo alla Città. E poi... Accadde quel che accadde.-, il mio sguardo si oscura, lo sento.
-I Sei Fronti?-, chiede Aunor.
-Un mio amico era laggiù. Si chiamava Herald. Non l'ho mai più rivisto.-, dico a conferma della sua ipotesi, -La vittoria mi sembrò così... vuota. Eppure mi dicevo che andava bene. Che sarebbe stata una perdita necessaria. Un sacrificio da compiere...-, racconto io.
-Poco tempo dopo i Caduti ci riprovarono. E attaccarono alla grande. La Battaglia della Breccia del Crepuscolo vide un sacco di grandi eroi. Lord Shaxx e il suo gruppo di eroi, Ana Bray e moltissimi altri. Più o meno noti. Ma nessuno parla di Murda. Mai. Nessuno disse di come io andai a tenere le rovine di una delle torri, bloccando l'aflusso di rinforzi ai Caduti. Nessuno ne racconta. Ho tenuto quella maledetta torre sino al contrattacco dei nostri. Poi sono morto. Troppe ferite, e avevo tassativamente imposto ad Hara di non farsi vedere. Quando fui rianimato la battaglia era finita.-, ora il mio tono é malinconico, ricordo gli amici persi. I loro visi mi sfilano nella memoria.
-Djeman, Shari, Kalt... E questi sono solo alcuni. Quasi tutti i Guardiani con cui posso dire di aver legato davvero morirono là. In difesa dell'Ultima Città Sicura. Ci furono celebrazioni e pianti. Non per me. Io presi le mie armi e la mia volontà di vendetta e uscii, a dare la caccia ai Caduti. Poi avvenne la prima battaglia contro l'Alveare. Mi opposi tassativamente alla decisione del Consenso di andare a riprenderci la Luna ma non ebbi scelta. Mi fu ordinato di andare. Così combattei. Ricordo che il mio migliore amico, Hettor-4 fu tranciato in due dalla lama di un Cavaliere. La Luce gli fu strappata. Quando tornai sulla Terra promisi a me stesso e agli altri che non sarebbe mai più accaduta una catastrofe simile.-.
-Per questo ti unisti ai Dredgen?-, chiede Aunor. Annuisco. Continuo.
-Quando il nostro eroe fece fuori Crota tutti trionfarono. Tranne me. Sapevo che non sarebbe finita lì, così andai a cercare l'Alveare sulla Terra. Uccisi personalmente Mekrh, il Re senza Corona. Liberai la Terra dalla minaccia dell'Alveare che sorgeva dalle dimenticate giungle asiatiche. Poi arrivò Oryx. Non ebbi gran parte nella sua disfatta. Il più del lavoro lo fecero altri. Eris Morn, ad esempio.-. Il viso della strega si contrae al sentire quel nome.
Io sorrido. So che l'Avanguardia non si fida di Eris. Non più. Ma io mi fido di lei.
Chi tocca il fuoco ne rimane ustionato per sempre. Non lo sottovaluta. Lo conosce.
-Comunque, finita la faccenda, tutti torniamo a casa. Accoglienza trionfale e tutto quanto. E poi...-, il mio tono di voce si abbassa appena, -Poi arrivò la Legione Rossa.-.
-Ormai ero un consumato utilizzatore del Vuoto. Non diedi quartiere ai Cabal e salvai diverse vite, permettendo l'evacuazione di moltissimi civili ma quando Ghaul ci tolse la Luce, capii che restare avrebbe significato solo morire. Hara mi aiutò ad andarmene. Daya, la Cacciatrice con cui avevo un'amicizia solida (e forse qualcosa di più) si unì a noi. I Cabal c'inseguivano e lei era ferita. Il suo Spettro era stato colpito. Distrutto, o forse no. Mi guardò e mi fece capire che era finita. Ricordo solo i suoi occhi, quel terrore della morte che tornava decuplicato. Le ho accarezzato il viso. Un solo istante di tenerezza prima che lei mi dicesse di andarmene via. Mi sono voltato, e sono scappato. Come un codardo. Ho sentito un esplosione solo cinque minuti più tardi. È stato grazie a lei che sono sopravvissuto. Così ho raggiunto il Rifugio e ho dato una mano con la controffensiva. Ci siamo ripresi la Città. E a quel punto io ne avevo abbastanza.
Il sistema dell'Avanguardia mi pareva sempre più carente. Sempre più inefficace. Così, quando Cayde é morto, é stata la goccia. Sono andato sulla Riva contorta e ho iniziato a fare pulizia. Qualcun'altro si era già preso i Baroni Infami e il loro esimio Principe, ma la Riva era un buon posto per sfogarsi. Così, quando tornai alla Torre, conobbi il Ramingo e il suo Azzardo.-, faccio una pausa. Aunor mi scruta, gli occhi che paiono volermi trapassare.
-È stato allora che ti sei unito ai Dredgen?-, chiede.
-No. Ma ha contribuito. Il Ramingo offriva un potere che forse non poteva esserci strappato. Al posto mio anche tu avresti tentennato. Ne sono certo.-, dico, -Comunque, dopo un po' diversi Guardiani presero a chiamarsi Dredgen, a usare nomi nuovi. E infine, ci entrai anche io. All'inizio parve interessante: usare l'Oscurità contro sé stessa? Era geniale. Io speravo potesse darci un vantaggio contro l'Alveare e i Corrotti-.
-Cosa ti ha fatto cambiare?-, chiede la strega. Io sospiro.
-Dredgen Keris. Ecco cosa mi ha fatto cambiare. Persino per noi, che cercavamo una via più oscura per la verità, quell'uomo era un pazzo. Avevano iniziato a spuntare delle copie dell'Aculeo, riproduzioni dell'Arma di Dredgen Yor, che fu il primo a inoltrarsi nelle tenebre. Tutti noi ne avevamo uno. Normale. Così com'era normale che fossimo più feroci. Ma quando Dredgen Keris, uno stregone, decise di assecondare quella sua oscurità sfamandola con la Luce delle anime di uomini mortali io decisi che non sarei stato a guardare.
Arrivai tardi. Aveva già massacrato gli esploratori dell'Orbita Morta. Discutemmo. Lui usò quel suo nuovo potere per distruggere il mio Aculeo. E mi scagliò nel Piano Ascendente separandomi dal mio Spettro. Quasi mi strappò la Luce. Dovetti cercare dentro me stesso per ritrovarla.-. Aunor annuisce. Io la guardo. Non c'é molto altro da dire.
-Il resto lo sai. Sono sopravvissuto all'orrore, e ho dato la caccia a Keris fino a un desolato luogo sulla Riva. Poi l'ho ucciso definitivamente.-, dico, -E poi sono tornato alla Torre.-.
-Già.-, quell'unica parola spezza il silenzio posatosi su di noi alla fine della frase.
Già. Nient'altro. Ma che mi aspettavo, poi? Non volevo mica la sua approvazione. O sì?
-Ci siamo. La Riva.-, dice lo Spettro di Aunor.
-Ai Trasmat.-, dice Hara.
La caccia riprende