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Mr_Fabs

ha scritto una recensione su HORSES

Cover HORSES per PC

Horses, tra censura e denuncia sociale

Horses, l’ultima avventura horror di Santa Ragione pubblicata il 2 dicembre per PC, ha avuto un’uscita molto problematica, essendo stato bannato da Steam con una risposta automatizzata da parte di Valve che affermava che il gioco non rispettasse le linee guida di Steam, le quali però risultano molto generiche e non specifiche. Così, Santa Ragione, nonostante abbia provato ad avere un confronto con Valve, non è riuscita a far cambiare idea alla società e il gioco è uscito solo su Epic Games Store, itch.io, GOG e Humble Games.
La “bastonata” ricevuta da Steam non bastò: infatti, 24 ore prima del lancio, anche Epic Games rifiutò il gioco e non lo fece uscire sulla sua piattaforma. Da questi avvenimenti si sono aperte delle discussioni sul monopolio effettivo di software house come Steam, che al momento detiene il 75% del mercato PC, facendo della casa Valve un colosso di riferimento per gli utenti PC. Esserne esclusi, per una piccola software house italiana come Santa Ragione, è ovviamente un grosso ostacolo e un grande problema.
Ad ogni modo, adesso vi racconterò cosa ne penso di questo gioco.
Ambientato in campagna, nella Cascina Barot, Horses racconta la storia di un giovane ragazzo ventenne di nome Anselmo, inviato dai genitori a lavorare per due settimane in una fattoria gestita da un omone dal passato oscuro, che fin da subito ci fa fare un tour della cascina e dei suoi dintorni. L’atmosfera viene resa più cupa quando, durante il giro di presentazione, il padrone chiede ad Anselmo se gli piacciono i cavalli e, dopo la visita della casa, Anselmo deve accettare il fatto che i cavalli della fattoria sono in realtà esseri umani con una maschera da cavallo in testa.
La narrazione è incorporata ed è composta da dialoghi non parlati e video disturbanti, con la presenza di suoni e rumori che vogliono appositamente portare il giocatore in una situazione di disagio (ad esempio durante la colazione beviamo il latte e sentiamo il suono della deglutizione, così come quello del continuo masticare durante la cena), che spezzano il gameplay in parti FMV (Full Motion Video). La grafica è totalmente in bianco e nero, volendo fare sicuramente un omaggio al cinema, e ricorda il celebre film di Paolo Pasolini Salò o le 120 giornate di Sodoma del ’75. Ambientato durante gli ultimi mesi della Repubblica di Salò (durante il fascismo), il film tratta di quattro potenti gerarchi che rapiscono un gruppo di ragazzi e ragazze e li rinchiudono in una villa isolata, dove instaurano un regime totalitario. Qui subiscono ogni tipo di sopruso e violenza, ricordando i “cavalli” di Horses, ugualmente umiliati e sottoposti a un controllo di totale dominio.
Horses, seppur riuscendo nell’intento di provocare uno shock per manifestare e denunciare un disagio, presenta texture e character design ridotti all’osso, risultando a volte un po’ troppo scarno sotto questo punto di vista.
Il gameplay, in prima persona, è suddiviso in giornate di lavoro nelle quali dobbiamo svolgere dei compiti assegnati dal padrone della tenuta, che possono variare dal dare da mangiare al cane del proprietario di nome Fido (che poi scopriamo essere anche lui un umano), all’annaffiare l’orto e raccoglierne le verdure, fino al dare da mangiare ai cavalli. A volte però, di notte, ci svegliamo e assistiamo a degli incubi o allucinazioni che aumentano notevolmente la lore del gioco stesso, portandoci poi al giorno seguente.
Ci tengo inoltre a segnalare che la parte di gameplay “ludica” meno riuscita è la corsa con i “cavalli”, che risulta essere scriptata e troppo meccanica.
Di per sé, quindi, il gameplay di questo gioco non ha una funzione “ludica”, ma sostiene la forte tematica che il gioco vuole portare avanti: funge da supporto, insomma.
Arrivati alla fine di questa mia recensione, ci terrei a precisare che questo gioco, secondo me, non meritava nessun tipo di ban, perché non vuole far divertire il giocatore su scene violente o sessuali (che sono totalmente censurate), ma piuttosto farlo riflettere e orridirlo su tematiche importanti come la disuguaglianza sociale, la manipolazione, la schiavitù e il potere. Ritengo quindi che sia un’opera d’arte che debba essere disponibile e acquistabile e che non possa essere in alcun modo censurata o bannata.
A tal proposito, in questi giorni sono usciti i dati delle vendite di Horses e sembra che abbia ricoperto i costi di sviluppo, con 65.000 dollari di profitto e circa 18.000 copie vendute. Ciò nonostante, la piccola software house sta comunque pensando se ci sarà un futuro per loro oppure se saranno costretti a fermarsi qui.
Ricapitolando, Horses è un breve esperimento di 2/4 ore di durata e che punta a denunciare delle tematiche sociali e lo fa in un modo grezzo e diretto, non pensando alla sempre più ricercata perfezione visiva e grafica, in modo da creare un disagio nel giocatore, che si sente partecipe e in certi punti complice di atti sempre più orrendi e disgustosi.

8

Voto assegnato da Mr_Fabs
Media utenti: 8.5

Mr_Fabs

ha scritto una recensione su Bye Sweet Carole

Cover Bye Sweet Carole per PS5

Un gioco riuscito a metà!

Chris Darril, autore e game designer italiano noto soprattutto per la serie Remothered, è anche l’ideatore (tramite la sua software house “Little Sewing Machine”) di Bye Sweet Carole, titolo recente uscito il 9 ottobre di quest’anno. Rispetto alle sue opere passate, vuole cambiare approccio e combinare l’horror con un racconto fiabesco e magico, graficamente disneyano, un’idea quindi unica in se e che aspira in grande. Ma funzionerà davvero questo tentativo? Beh non ti resterà che continuare a leggere e scoprirlo!
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C’era una volta…
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La storia prende piede in un’Inghilterra dei primi anni del Novecento (dati i primi movimenti di emancipazione femminile che iniziarono a prendere atto), all’interno dell’orfanotrofio Bunny Hall, in cui vive una certa Lara Benton, la protagonista del videogioco (o meglio dire della fiaba horror) a seguito della morte della madre. In questa struttura Lana inizia subito ad essere derisa dalle compagne di classe ed essere in disaccordo con la signora Hinman, la docente dell’orfanotrofio che segue una filosofia contro l’emancipazione femminile (infatti dirà: “il mondo va a rotoli perché le donne giocano a fare gli uomini”) e quindi un insegnamento al diventare la perfetta donna a sottostare all’uomo inglese. Da sottolineare che parte della narrazione verrà sviluppata anche in una dimensione fantastica: quella del Regno di Corolla, popolato da mostri e creature orrende tra cui conigli di pece e che il suo scopo alla narrazione sarà quello di trasportare Lana in un mondo finto, ricco di apparenze ed illusioni e che, come scopriremo solo alla fine, appartiene solo alla nostra mente. Ma come parte il tutto? Con la scomparsa della sua unica grande amica che Lana si era fatta in quel posto e cioè Carole Simmons e dal tentativo di ricezione da parte di Lana, della lettera della sua amica scomparsa. Da lì in seguito Lana inizierà a vivere incubi governati da Mr. Kyn, detto anche il “Vecchio Cilindro” che vorrà rubare da Lana i possedimenti del Regno di Corolla (visto che Lana stessa scoprirà di esserne la principessa). Altro enigma per Lana sarà scoprire l’identità di un certo francese che sembra stia tramando qualcosa alle spalle di Carole, quando invece è anch’esso un suo grande amico che sta cercando di ritrovarla, ma che come sapremo non potrà fare nulla. Certamente si può affermare che la narrativa di questo gioco (appartenente agli “Interactive Traditional Stories”) risulta essere coinvolgente e ben scritta, facendoti sentire parte di un racconto di una fiaba. Inoltre sfocia in svariati temi: dall’elaborazione del lutto (a seguito della morte di Carole), alla forte amicizia che si instaura con Mr Baesie (è una creatura misteriosa simile a un pupazzo, proveniente dal mondo di Corolla, a cui Lana si lega e solo alla fine della storia si capisce che rappresenta l’incarnazione del peluche che Lana aveva da piccola), dal coraggio alla paura, dal già visto maschilismo e bullismo all’emancipazione femminile ed infine al viaggio verso l’ignoto.
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Una fiaba un po’ meccanica
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Se dal punto di vista narrativo e dello storytelling il lavoro svolto è eccellente, sul fronte del gameplay il gioco mostra diversi limiti, riconducibili soprattutto ad una certa rigidità nelle meccaniche. Fin dalle prime battute i comandi risultano poco reattivi, forse a causa delle animazioni dei personaggi che, ispirandosi alle fiabe Disney, privilegiano movimenti eleganti ma lenti. Questo di per sé non sarebbe un problema, se non fosse per le sezioni action/platform o di backtracking in cui è necessario fuggire da Mr. Kyn e altre creature mostruose (che non risultano possedere un’IA avanzata), nascondendosi in anfratti specifici per non essere scoperti. In questi frangenti la poca agilità del sistema può generare frustrazione e, alla lunga, anche una certa noia (come anche per gli enigmi che nonostante siano vari a lungo andare risultano un po’ simili tra loro). Da ricordare per questi motivi due capitoli in particolare: il terzo in cui bisognava non farsi vedere da Ms. Fisherin ed il settimo per la mancata voglia di fare backtracking ed andare a recuperare una sostanza gialla, utile poi per la crezione di una soluzione. Da elogiare invece sono i sempre meno usati QTE (Quick-Time-Event) che tornano in questo gioco in molte situazioni (dal tenere l’equilibrio, all’evitare un colpo, al seguire il ritmo corretto delle sfide di ballo). Ma come risulta essere il livello di difficolta? Sicuramente basso in tutte le fight che affronteremo (sia musicali che di forza), ma può anche essere una cosa positiva visto la grande rilevanza della narrativa rispetto l’azione.
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Un capolavoro grafico e sonoro
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Seppur con svariati artefatti visivi in 4K e del flickering, risulta essere un esperimento interessante e brillante dal punto di vista grafico, essendo tutto disegnato a mano. Sicuramente la già menzionata ispirazione disneyana e cupheadiana si nota molto sia nel cell-shading utilizzato che nell’ambientazione che nel capitolo 9 ricorda il ballo di Cenerentola. Il comparto sonoro risulta avere un ottimo sound design con decisivi cambi di ritmo musicali e delle melodie anch’esse di eccelsa qualità; il tutto impacchettato da un doppiaggio italiano come prima lingua veramente di alta manifattura con la famosa doppiatrice Rossa Caputo (voce di Lana), nota per essere la voce italiana di Merida in Ribelle – The Brave, GoGo in Big Hero 6 e Margo in Cattivissimo Me. Accanto a lei troviamo Alessia Rubini (Carole), Andrea Marino (Mr. Baesie), Paola Roscioli (Mrs. Hinman) ed Enrico Vaioli (Mr. Kyn).
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La parte tecnica è così così
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La prova del gioco eseguita su PS5 intravede diversi bug grafici e di collisione. In particolare risulta esserci del flickering orizzontale in 4K durante alcune fasi di salti o cadute. I caricamenti tra cutscene e gameplay risultano essere più lunghi del dovuto, per intenderci è lo stesso tempo che impiega a salvare i progressi e tornare al menù principale. Importante da segnalare è un bug clipping rilevato nel capitolo 6 che intrappola Mr. Baesie nella parete del montacarichi e bisogna chiudere il gioco e riaprirlo per far tornare tutto come prima e far progredire il giocatore. Detto ciò il gioco risulta comunque avere un frame stabile.
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Conclusioni
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Bye Sweet Carole risulta essere un esperimento riuscito per metà: dal punto narrativo e artistico c’è l’ha fatta sicuramente a pieni voti, mentre dal lato gameplay e tecnico lascia un po’ a desiderare. Sicuramente è un gioco che consiglio di provare per chi è interessato a questo immaginario artistico e narrativo, ricco di sfaccettature e temi anche attuali.

7.5

Voto assegnato da Mr_Fabs
Media utenti: 7.5

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