Da esports a E-Sports: l'intervista di Maurizio Miazga
Sembrava un argomento che non importava affatto alle Istituzioni, quello degli esports (o forse è meglio cominciare a chiamarlo E-Sports), e invece, in quest'ultimo periodo, sia in Italia che in Europa qualcosa si è mosso. Manovre e decisioni importanti che onestamente ci hanno un po' spiazzato. Come sempre si è generata molta confusione, anche perché in molti non se lo aspettavano. Sono apparsi i primi delusi, chi ha tentato di avviare dei flame e la ressa sui social e sui media nazionali ha creato un clima di imbarazzo informativo. In sostanza tutti erano arrabbiati ma non si capiva bene il motivo. La nostra politica impone un dovere di chiarezza nei vostri confronti e quindi ci siamo rivolti a chi di queste cose ne capisce.
Per tentare di dare un ordine al chaos abbiamo contattato il nostro amico Maurizio Miazga, Segretario Nazionale di Federesports, che ci ha fornito una panoramica chiara ed esaustiva sulla situazione esports, identificato adesso a livello Istituzionale con la sigla E-Sports, sia in relazione all'Italia che all'Europa.
Il CONI annuncia ufficialmente di aver iniziato lo studio per la classificazione del fenomeno Esports in Italia e, contestualmente a Bruxelles viene annunciata la nascita della European Esports Association. Troppe “bombe” in poco tempo. Avevamo bisogno di un parere autorevole. Facciamo il punto su quello che è successo in Italia, anche alla luce dell'articolo pubblicato sulla Gazzetta della Sports, quello dei grandi esclusi.
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L'incarico che il CONI ha dato al presidente Michele Barbone è un incarico ufficiale. Il fenomeno esports italiano è molto complesso pertanto, con l'obiettivo di verificare le condizioni per arrivare a una federazione riconosciuta dal CONI, sono stati delegati alcuni soggetti. Io sono uno di questi. Nasce così il Comitato Promotore E-Sports che agisce ufficialmente sotto l'egida del CONI. Dovendo entrare nel merito, e quindi capire qual è la condizione di partenza, si è decisa una road-map interna, un percorso di avvicinamento a tutti gli stakeholders e, ovviamente d'accordo con il presidente del CONI Giovanni Malagò, si è deciso di iniziare dagli Enti di Promozione Sportiva, soggetti istituzionali del CONI.
Siamo partiti da loro perché, nascendo una nuova Federazione, gli interlocutori sono quelli che poi faranno la promozione sportiva sul territorio. L'invito, ribadisco, era riservato agli Enti di Promozione Sportiva. Di conseguenza, in questa sede preliminare, non aveva alcun senso invitare altri soggetti come publisher, giornalisti, squadre e organizzatori di eventi. Loro verranno sicuramente ascoltati, ho la delega proprio per incontrare queste realtà. Tra circa un mese ci sarà un altro incontro, anche questo riservato, al quale verranno invitate le Federazioni riconosciute e le Discipline Sportive Associate.
Tutti gli enti di promozione sportiva si sono dichiarati contentissimi anche perché, per la prima volta, sono stati interpellati prima di trovarsi davanti a un fatto compiuto.
Il voler partire dagli Enti di Promozione Sportiva per la costruzione di questa nuova Federazione dedicata agli E-Sports è sintomatica di un'intenzione chiara da parte del CONI. Si vuole partire dal basso, da coloro che hanno il polso della dimensione sportiva dell'Italia. Maurizio, il fenomeno esports si legittima dal basso?
È normale, sono i giocatori che fanno l'esport, i player di tutt'Italia. Gli Enti di Promozione Sportiva sono gli interlocutori naturali presenti sul territorio con i quali dobbiamo interagire. Loro, dopo aver creato il layout organizzativo, si occuperanno di promuovere e praticare questi nuovi sport virtuali alla stessa stregua di quelli reali.
È normale, sono i giocatori che fanno l'esport, i player di tutt'Italia
Tra gli obiettivi della commissione vi è quello di monitorare il fenomeno degli esports. Cosa si deve monitorare e a quale scopo?
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Tutto quello che riguarda il fenomeno degli esports deve essere considerato. Occorre capire come la pensano gli enti di promozione sportiva, le varie Federazioni, capire come la pensano i giocatori, i publisher e che cosa vorrebbero gli organizzatori di eventi esports. Noi siamo aperti al dialogo che verrà portato avanti nei modi e nelle sedi opportune e non di certo su commenti postati sui social o a margine di qualche articolo. Penso a quando abbiamo iniziato come Federesports: eravamo gli unici che parlavamo di argomenti come la “centralità dell'atleta” e fra i pochi che sottolineavano la necessità di “avere delle regole”.
Oggi, come ieri, gli obiettivi non sono cambiati di una virgola. Il mondo degli esports è affascinante ma è ancora una giungla piena di insidie e pericoli. Noi vogliamo fare un po' di ordine e dare delle regole, perché, come in tutte le comunità, queste servono. Pian piano vogliamo trasformare questa giungla in un bel giardino dove c'è posto per tutti, sia per chi gioca per divertimento che per chi lo fa per professione. Senza regole non si può competere nel mondo degli esports.
Ho letto che oltre a voi verranno coinvolti anche delle degli enti di ricerca universitari?
In questi anni abbiamo costituito diversi gruppi di lavoro a partire da quello che si occupa delle scuole, o quello che si occupa della salute dei giocatori. A breve ci siederemo a tavolino con i vari Ministeri interessati per capire cosa fare e in che modo farlo. In ambito universitario è stato istituito il Centro Studi che si occupa di esport ed è gestito direttamente da noi. Vi partecipano l'Avv. Andrea Strata, Eurispes e varie università italiane. È una situazione in evoluzione.
In collaborazione con il Centro Studi abbiamo concordato di predisporre degli incontri pubblici durante i quali, con l'intervento di docenti universitari, spiegheremo che cosa sono gli E-Sports. Saranno incontri aperti a tutti, anche ai genitori e i giovani gamer.Per costruire una federazione bisogna prima studiare il fenomeno. Occorre predisporre alcuni strumenti che sicuramente serviranno prima ma anche dopo il riconoscimento della federazione E-Sports. I nostri studi su argomenti come la salute, le nuove tecnologie, la comunicazione nelle scuole, i rapporti con la stampa e altri argomenti connessi, arriveranno sul tavolo del CONI in una relazione che il presidente Barbone presenterà, tra qualche mese.
... eravamo gli unici che parlavamo di argomenti come la “centralità dell'atleta” e fra i pochi che sottolineavano la necessità di “avere delle regole”
