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Ti piace scrivere? Vorresti partecipare ad un racconto a più mani? Hai mai sognato di prendere parte ad uno pseudo GDR cartaceo? Questa è la stanza che fa per te.

Akar

Pianificazione

La struttura é antica, abbandonata già prima dell'Era della Città. In disuso, mi dicevano.
Lontana, dimenticata. Perfetta. Ci riuniamo lì. Nel bunker devastato e distrutto.
Siamo in parecchi. Dieci Prassici, Aunor, io e Neyma Vas.
Facciamo cerchio attorno a un tavolo.
-Dunque, il nascondiglio dei Dredgen é questo.-, dice la cacciatrice. Il suo Spettro proietta un immagine olografica di un astrosepolcro dell'Alveare. Un enorme nave da trasporto appartenuta alla flotta d'invasione di Oryx. Noto subito alcune modifiche. Torrette.
-Le torrette sono tecnologia Cabal riadattata da alcuni di noi. Una precauzione. Ci sono anche dei lanciamissili secondari.-, spiega Neyma Vas, -Tutte queste difese sono automatiche. Inoltre c'é una rete esterna di sensori. Tuttavia, a causa della devastazione avvenuta durante la Battaglia di Saturno, ci sono punti ciechi. Non so perché ma sono rimasti tali.-.
-E i tuoi ex soci li conoscono?-, chiedo. Sono veramente scettico al riguardo.
-No.-, dice lei, -Solo io so che ci sono. I sensori sono automatizzati. Se individuano qualcosa che non é autorizzato ad entrare, le torrette aprono il fuoco.-.
-Quindi come entriamo?-, chiede un Prassico. La cacciatrice insonne sorride. Indica Aunor.
-Lei ci farà entrare.-, dice. Scalpore. Minimo. Controllato. Previsto. La strega resta immobile.
-È follia. Se la scoprissero?-, chiede una strega exo.
-Non accadrà.-, replica Neyma, -I miei... ex compagni, sono convinti che io sia intenta a reclutare. Quale infiltrata migliore che una nuova recluta?-.
-Servirà un travestimento.-, dico io. La cacciatrice annuisce.
-Una veste da Dredgen... beh, non é che ce ne siano molte. Ma si può procurare. In effetti avevo già provveduto a procurarvene una.-, dice.
-Dove?-, chiedo io. So già che ce l'ha già pronta. E tutto mi sembra di nuovo troppo perfetto.
-Succursale. Deposito 43, cassa 1220.-, risponde lei -Serivrà anche un Aculeo.-.
A quella frase, una folata d'inquietudine passa tra i Prassici presenti.
-Se vogliamo che il trucco riesca dovrà essere perfetto.-, dico, -Non avremo altre occasioni. Mi sembra chiaro.-. Estraggo l'Aculeo, ignorando le mosse dei presenti che mi puntano contro le armi. Porgo il maledetto cannone portatile a Neyma Vas. Lei lo prende.
-È di Forsin, vero?-, chiede. Annuisco. Lei sospira.
-Un altro stupido idiota. Ho provato a salvarlo da sé stesso.-, dice.
-Andrà bene?-, chiedo io, tagliando corto. Lei annuisce.
-L'Aculeo é sempre l'Aculeo. E alla fine é giusto così.-.
-Quindi dovrò brandire quell'affare?-, chiede Aunor. Non é esattamente lieta di doverlo fare.
-Sì. È il simbolo che il tuo percorso non é più nella Luce. Almeno, non soltanto.-, dice Neyma.
-Mi corromperà.-, mormora la strega. Io scuoto il capo.
-Solo se glielo permetti. Non ti renderà ciò che non sei, ma capirai come si sentono loro. Almeno in parte.-, replico. La Prassica annuisce. Guarda l'arma e poi, con lentezza, la prende. Il silenzio si posa per un istante su di noi.
-Dougal, vai a recuperare quel travestimento...-, dice Aunor. Uno dei Prassici esce.
-Una volta che Aunor sarà dentro piazzerà un segnalatore di Trasmat. E noi altri entreremo a nostra volta.-, dico.
-E scateneremo l'inferno.-, conclude la Cacciatrice insonne.
-Già. A questo proposito, preferirei cercare di non ucciderli tutti.-, replica un Prassico umano.
-Anche a me piacerebbe. Ma realisticamente, temo che saremo costretti a farlo.-, dico.
-Sicuramente capiranno che...-, il Prassico chiude al bocca a metà frase, forse accorgendosi dell'enorme idiozia che sta proferendo. Io so che, al posto loro, combatterei con le unghie e coi denti per sopravvivere. Per la mia verità...
-Faremo tutto quel che dovrà essere fatto per fermare questi pazzi.-, decreta Aunor, -Anche se preferirei evitare le morti di altre Luci...-, dice.
-Non sono più Guardiani. Alcuni forse sì, ma la maggior parte sono persi, schiavi dell'Oscurità.-, dice Neyma Vas. Tutti la guardiamo.
-Tu sei una di loro. Pensi davvero che potrò anche solo lontanamente soprassedere su quanto hai fatto?-, chiede Aunor. Il silenzio pesa per un istante. L'insonne sospira.
-No.-, dice alzandosi, -Per questo verrò con voi.-.
-E chi ci dice che non ci pugnalerai alle spalle?-, chiede un Prassico, anticipandomi.
Lei neanche si volta e quando parla é calmissima.
-Ascoltate, conosco la nave meglio di tutti voi, so come arrivare alla sala principale, dove sicuramente si trova il portale per il tronomondo dei Dredgen. So che non vi fidate e so che non sono innocente. Considerate quindi questa la mia volontà di espiare. E se questo non vi basta vi ricordo che tutti là dentro avranno armi in grado di estinguere la Luce.-, dice.
-Vuoi andare a morire.-, deduco io. Lei scuote il capo.
-Non voglio morire più di quanto lo voglia tu. Ma t'invito a considerare questo, Akar: il rischio di morire definitivamente ti ha mai fermato?-, chiede. Io scuoto il capo. Lei mi sorride.
-Non siamo diversi tu ed io.-, dice. Aunor tossicchia.
-Allora é deciso. Userò una nave anonima monoposto per raggiungere la corazzata. Voi attenderete in orbita sulla Bright Explorer di Akar. Piazzato il trasmat il mio Spettro vi darà un segnale e voi farete la vostra entrata in scena.-, dichiara. Dougal rientra. Le porge un pacco.
-E va bene...-, sussurra lei. Estrae le vesti nere. Nessun simbolo di riconoscimento, niente.
Solo il nero sul nero e nel nero. L'assoluta assenza di colori, il realizzarsi di una terribile aspettativa. Sussulto ricordando quando io avevo indossato vesti simili...
-L'azione tra tre ore.-, decreta Aunor. Tutti annuiscono. Neyma si sgranchisce.
-Non so voi ma io mangerei qualcosa.-, dice. Non le do torto.
-Akar, va con lei.-, dice. È un ordine, o lo sento solo io come tale? Probabilmente lo é.
Annuisco ed esco dalla stanza.

Neyma Vas raggiunge una sala adibita a magazzino. Trova una cassa di razioni e la apre.
-Barrette proteiche? Speravo in qualcosa di meglio...-, dice. Rassegnata, afferra un paio di barrette. Cerca e trova due bottiglie d'acqua.
-Allora, Akar? Pensi di poter bere in compagnia di una traditrice?-, chiede. Suona come una sfida. Sorrido. Mi siedo accanto a lei.
-Sempre.-, dico. Prendiamo le barrette e mangiamo. Innafiamo abbondantemente il pasto con l'acqua frizzante. L'insonne tace. Mi guarda, la guardo. Un duello di sguardi.
Hara mi ha prontamente trovato un cannone portatile di riserva, un'arma dono del Ramingo, di diverso tempo prima. Risalente all'Età Oscura, come quasi tutto quello che compone Azzardo. Comunque non la estrarrò, almeno non ora.
-Dunque? Cos'hai provato quando hai capito che non volevi andare oltre?-, chiede Neyma.
-Tu?-, chiedo io. Lei sorride. Tristemente.
-Sconforto. E disperazione. Orrore.-, dice.
-Ecco. Come me. Penso sia la reazione di chiunque sia rimasto sano di mente...-.
Accompagno quelle parole con un sorso d'acqua.
-Un peccato che non ci sia nulla di più forte...-, dico guardando la bottiglia.
-Andare ubriachi in battaglia non mi pare un ottima idea.-, dice l'insonne.
-Naturalmente. Ma questa potrebbe essere la nostra ultima occasione di bere.-, osservo io.
-Non é da te questo fatalismo.-, dice Neyma.
-Che ne sai?-, chiedo io. Lei sorride.
-Sei una celebrità, Dredgen Mu. Nessuno avrebbe fatto quello che hai fatto tu.-.
-Akar, solo Akar, grazie. Murda, se ti va. Ma Dredgen Mu é morto. Da parecchio.-, la correggo.
-Ok, Murda. Toglimi una curiosità, é stato lo Spettro a darti il nome?-, chiede Neyma.
-Sì. Tu invece?-, chiedo io. Lei scuote il capo. È bella. Ha quella bellezza eterea tipica degli Insonni, quel fascino sottile capace di celare la forza di un uragano.
-Il mio Spettro mi ha rianimata vicino a una tenda. C'erano corpi di vario tipo. Poi ho trovato un diario. Il nome era lì, nel diario. Mi é piaciuto.-, dice.
-Uhm. Tu da quanto tempo sei in circolazione?-, chiedo.
-Quasi quanto te. Dall'epoca dei Signori della Guerra.-, risponde Neyma.
-Erano tempi duri.-, dico io.
-Per me lo furono un sacco. Finché non riuscii a crearmi un mio... regno. Ma non mi piaceva, così quando arrivarono i Signori del Ferro mi schierai con loro. E poi, iniziai a esplorare. Anni e anni di vagabondaggi senza meta.-, dice.
-Quasi come me. Io con uno di quei Signori della Guerra ci sono venuto alle mani.-, dico.
-L'hai ucciso.-, non é una domanda ma annuisco comunque.
-Non é mai facile, vero?-, chiede. Mi sembra così... tormentata.
-Non dovrebbe neanche accadere. Ma all'epoca... nessuno dei nostri Spettri ci ha mai detto più di tanto su come funziona.-, dico. Neyma annuisce.
-Cosa ti ha spinto a diventare una di loro?-, chiedo.
-Quello che ha spinto te e tanti altri. La ricerca di un potere che non potesse esserci tolto.-, risponde mentre tracanna un sorso. Io annuisco.
-Si riduce sempre tutto al potere, per noialtri eh?-, chiedo.
-E cos'altro? L'hai visto anche tu che viviamo delle vite in perdita. Forse alla fine ci resta solo una cosa: la rabbia, il dolore e la sofferenza che ci proiettano verso i nostri nemici come un proiettile sparato alla massima velocità. Facciamo tutto questo perché non c'é altro modo. Perché solo così possiamo sentirci veramente vivi.-, dice lei.
-Tu non stai facendo questo solo per questa ragione.-, ribatto io. La cacciatrice insonne annuisce. Butta la bottiglia d'acqua dietro di sé e ne apre una seconda, porgendomene un'altra. La accetto. Al diavolo, vorrei davvero del Saké e del sushi, o anche solo una pizza...
-Vedi, il fatto é che ho capito l'errore che ho commesso. Non nutro chissà quali aspettative. So che non ci sarà perdono. Capisco cosa mi aspetta. Da questo punto di vista la morte in battaglia é più che accettabile come alternativa.-, dice.
-Non al punto da fartela cercare attivamente, spero.-, mormoro io. Azzanno una barretta al cioccolato. Buona. Neyma scuote il capo.
-Naturalmente no. Dovendo scegliere preferirei vivere. Anche se poi...-, dice.
-Anche se poi i Prassici ti giudicheranno, e probabilmente ti esilieranno per le tue azioni.-, finisco io per lei. La cacciatrice annuisce. Io sospiro. So cosa vuol dire. Ho provato le stesse sensazioni e vorrei poterle dire qualcosa. Ma non c'é nulla che io possa dirle. E lei lo sa.
-Alla fine siamo tutti responsabili per le nostre scelte.-, dice l'insonne. Annuisco.
-Un'ultima mano di poker?-, chiedo io estraendo un mazzo di carte logoro.
-Perché no?-, chiede lei con un sorriso. Non é un sorriso gioioso, é più un sorriso di circostanza. Quasi forzato. Io annuisco e do le carte. Non ho una buona mano. Lei alza la posta e io lascio. Nuova mano. Rilancio, lei ci sta. Cambio tre carte.
E la mia coppia di Jack diventa un tris. La cacciatrice sospira quando vede che la sua doppia coppia non é sufficiente a battermi.
-Fortunato al gioco...-, dico io, citando un antico adagio antecendente al Crollo.
-Già. Peccato che la fortuna muti mentre l'amore...-, dice lei, -È quasi sempre una costante.-.
-Quasi.-, le faccio notare io, -Quasi. Non sempre.-. Altra mano di carte.
Cambio una carta cercando di incartare una scala e fallisco. Lei rilancia e io passo.
-Bah, giocare in due ha poco senso.-, dice. Non le do torto. Mentre metto via le carte, le porgo la pila di vincite. Abbiamo giocato bassino ma sono ben cinquanta unità di lumen.
-Chissà se avrò mai modo di spenderli...-, dice mentre li prende. Il suo Spettro li smaterializza rapidamente e io le metto una mano sulla spalla. Non sopporto tanto scoramento. È terribile a vedersi.
-Non é ancora detta l'ultima parola.-, dico.
-Già. Peccato che probabilmente l'Ultima Parola la dirà il Rinnegato, se non i Prassici.-, dice Neyma Vas. Scuoto il capo. Vorrei dirle che si sbaglia. Vorrei dirle che entrambi avranno pietà di lei, che saranno comprensivi. E vorrei mentirle spudoratamente sapendo che servirebbe solo a darle false speranze. Taccio. È meglio.
-Mi serviranno delle armi.-, dice lei. Annuisco. Hara materializza un fucile d'assalto e il Buon Diavolo di Neyma. Lei prende il cannone portatile. Con l'aiuto del suo Spettro comincia a farci una doverosa manutenzione a cui mi unisco, scomponendo il mio cannone portatile e rimontandolo dopo averlo pulito. Passiamo alle altre armi: il mio fucile da cecchino e il suo fucile d'assalto (un banale modello Souros generico). Hara mi materializza davanti ago e filo. Mi tolgo il mantello mentre comincio a rammendare i buchi. Passo l'ago e il filo e qualche toppa a Neyma perché faccia lo stesso. Se si deve andare a morire bisogna farlo con stile, o no? Riserviamo l'ultima manutenzione alle armi distruttrici.
Ossia il Delirium 21% (la mia mitragliatrice) e il Lanciamissili Coppiere SA/2 che ho prestato alla cacciatrice. Facciamo scorta di munizioni e notiamo a stento due Prassici che ci osservano. Non conta. La preparazione conta.
Quando sarà il momento di andare faremo bene ad essere pronti.