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Zolla

ha scritto una recensione su Dragon's Dogma: Dark Arisen

Cover Dragon's Dogma: Dark Arisen per PC

Una perla (grezza)

Partiamo con una premessa: se pensate di giocare Dragon’s Dogma per la trama, non fatelo. Non è sicuramente il suo punto di forza.
All’inizio un drago attaccherà il nostro villaggio e ci ruberà il cuore, maledicendoci e rendendoci di fatto l’Arisen, colui che dovrà sconfiggere il drago per riprendersi il cuore e riportare la pace nel regno di Gransys.
La narrazione quindi si sviluppa attorno a draghi, prescelti, maledizioni, sette misteriose, nobili che nascondono segreti e damigelle che hanno bisogno del nostro aiuto. Tutti clichè del genere fantasy, dove però gli eventi sono tutt’altro che ricchi di mordente, con dialoghi abbastanza banali e con alcuni buchetti di trama che non fanno grandi danni ma che evidenziano ancora di più la superficialità della scrittura.
Parlando delle missioni vere e proprie, è giusto far notare che alcune tendono a spezzare molto il ritmo di gioco: ad esempio capiterà di dover raccogliere informazioni da certi NPC che però non vengono segnalati nella mappa e che, a causa della loro routine quotidiana, spawnano solamente in certi momenti del giorno e quindi dovremo girare per la zona di interesse in attesa di vedere comparire il personaggio con un bel segnalino rosso sulla testa.
Per non parlare di certe missioni dove bisogna seguire altri NPC che però vanno a un decimo della nostra velocità. Ve ne accorgerete già all’inizio del gioco (nella missione che vi porterà alla capitale Gran Soren per la prima volta) ma ne troverete anche verso la fine (non farò spo.iler ma in una missione ho dovuto seguire un NPC dal piano terra al primo piano di un castello per poi scoprire di dover seguire un altro NPC nella direzione opposta, il tutto ovviamente a passo di lumaca).
Questo è sicuramente il difetto più grande del gioco a mio modo di vedere.

Difetto che però viene compensato dal combat system che è una vera perla (soprattutto per l’epoca in cui uscì il gioco).
Un combat system che dà il suo meglio quando dobbiamo affrontare mostri di grandi dimensioni. E ne affronteremo parecchi durante il corso dell’avventura.
È sicuramente un gameplay bilanciato e con una difficoltà direi ottima (escludo dal discorso il DLC di cui parlerò tra qualche riga), dove viene data una totale libertà al giocatore, in termini di tattiche da attuare contro i nemici.
Per fare un esempio, uno dei primi mostri che troveremo sono i ciclopi, famosi per il loro unico occhio. Nonostante la grandezza del mostro, un arciere non avrà problemi a mirare all’occhio e a rendere temporaneamente inerme la creatura. Ma un cavaliere dotato di scudo e spada potrà comunque dire la sua o scalando il mostro per poterne colpire il punto debole oppure attaccando le sue gambe in modo da farlo cadere e rendere così la testa più accessibile ai suoi colpi.
Altro esempio ma di diversa tipologia (visto che se ne parlava in un post qui su Ludomedia): un certo tipo di orco diventa più feroce se nel party c’è un personaggio di genere femminile, quindi non averne nella squadra rende il combattimento menò difficoltoso.
Ma il ventaglio di opzioni è molto ampio e riguarda anche le classi magiche, in quanto i maghi potranno usare le magie di fuoco per colpire le ali di alcuni mostri volanti e farli cadere a terra per renderli più vulnerabili agli attacchi degli altri personaggi.

Ma la libertà è data anche dal fatto che sia il giocatore che la pedina principale possono switchare classe/vocazione quando vogliamo: alla locanda di Gran Soren potremo tranquillamente passare da una classe all’altra in base a come vogliamo costruire il nostro party. Infatti, in base alla classe scelta, le statistiche cresceranno in maniera differente ad ogni level up: se siamo guerrieri, l’attacco crescerà più velocemente; discorso simile per la resistenza nel caso dell’arciere e attacco magico nel caso del mago. Questo permette di costruire personaggi ibridi che combinano più caratteristiche di classi diverse: basti pensare all’arcer-mago, che usa archi intrisi di magia e bastoni magici; oppure possiamo creare un guerriero con attacco alto e con molta resistenza, in modo da non affaticarci troppo quando scaliamo un nemico gigante e infliggere danni corposi allo stesso tempo.
Inoltre, più usiamo una classe e più acquisiamo dimistichezza con essa, definita da una sorta di rango che ci permette di sbloccare nuove abilità per quella classe (e anche abilità generiche) a patto di spendere punti disciplina (che si guadagnano come l’esperienza, completando missioni di vario genere).
Attenzione però al fatto che ogni cambio di classe porta con sé un piccolo prezzo da pagare: poiché non tutti gli equipaggiamenti vanno bene per tutte le classi, quando passiamo ad un nuova classe ci sarà da equipaggiare di nuovo i nostri personaggi con armi e armature consone per la nuova classe. E anche le abilità di classe che avevamo impostato saranno rimosse per far posto alle abilità della nuova classe scelta.

Finora ho parlato di party senza andare nel dettaglio ma è un altro aspetto importante del gioco: ovviamente il nostro personaggio (che potremmo creare all’inizio grazie ad un ottimo character editor) non viaggerà da solo ma sarà accompagnato da una o più pedine, guerrieri provenienti da un’altra dimensione il cui scopo è quello di aiutare l’Arisen nel suo viaggio. Il gioco ci permetterà di creare la nostra pedina principale tramite lo stesso editor usato per il giocatore, a cui potremmo affiancare altre due pedine che altro non sono che le pedine principali di altri giocatori che vengono poi condivise online.
Anche la nostra pedina potrà essere presa in prestito da altri giocatori e questa è un’altra delle chicche di questo gioco che ho apprezzato molto: l’esperienza che una pedina accumula in una sessione con un giocatore viene poi condivisa con gli altri.
Quindi, se la mia pedina è stata presa in prestito da un altro giocatore e con lui ha completato una missione che io non ho ancora fatto, quando toccherà a me fare quella missione la pedina potrà dare dei suggerimenti sulle azioni di compiere. Ma non solo, la stessa cosa vale anche per la strategia da scegliere per i nemici. Combattendo più volte un nemico, le pedine impareranno quali sono le tattiche più efficaci da usare, rendendo cosi i combattimenti più semplici.
Ovviamente possiamo sempre congedare le pedine prese in prestito per arruolarne altre e nel farlo possiamo dare una valutazione ad esse e magari dare in regalo un oggetto per il proprietario, in segno di ringraziamento (o tra amici si può approfittare del sistema per scambiarsi oggetti utili).

Dal punto di vista tecnico, su PC il gioco è molto fluido e gira a 60 fps costanti, non ho mai riscontrato bug importanti e anche le risoluzioni più alte delle texture fanno il loro dovere. Resta comunque un gioco con un bel po’ di anni sulle spalle e, nonostante le texture, lo si nota in alcuni modelli poligonali.

Il sonoro è molto bello è coinvolgente e non è solo un contorno, perchè ascoltare attentamente i suoni ambientali aiuta a capire da dove eventuali nemici stanno per attaccare se ci troviamo in posti molto bui (e fidatevi, qui il buio è vero buio e spesso avere una lanterna con sé è una manna dal cielo).
In un paio di missioni alcuni effetti sonori sembrano proprio presi e incollati alla bell’e meglio ma in generale è stato fatto un ottimo lavoro.

Non voglio aggiungere altro del gioco base perchè non voglio fare spo.iler di nessun tipo ma una parolina sul DLC la voglio spendere.

Dark Arisen propone una nuova ambientazione e nonostante sia accessibile fin da subito, è evidentemente un contenuto da affrontare nel post game. L’ambientazione e la storia narrata sono alquanto interessanti (c’è qualche ripetizione nelle stanze del dungeon ma per me non è stato un grosso problema) ma ci sono due problemi fondamentali:
la difficoltà che, spesso, è palesemente tarata male e ingiusta, con caterve di mostri (molti inediti e mai visti nel gioco base) che saranno tosti da buttare giù, soprattutto perchè saranno in numero spropositato e a volte posti in spazi angusti giusto per limitare i nostri movimenti e quello della telecamera;
il fatto che una volta completato il dungeon la storia non sarà finita ma ci sarà da rifare tutto daccapo per poter effettivamente completarlo. Questo perché le shortcut sbloccate nella prima “run” (che collegano il dungeon all’area di partenza) saranno bloccate di nuovo e quindi si dovrà per forza rifare tutto il percorso fino all’area finale.
La cosa bella è che troveremo equipaggiamenti e abilità veramente forti che ci aiuteranno parecchio, anche in ottica di un NG+.

Per concludere, Dragon’s Dogma è una ottimo gioco che fa del combat system e dell’atmosfera i suoi punti di forza ma che pecca sul lato della narrazione e che graficamente risente leggermente degli anni, nonostante alcuni miglioramenti.
Un gioco assolutamente da giocare se si è amanti del genere, soprattutto visto che scontato lo si trova a pochi spiccioli e che ora è uscito il secondo capitolo.