Daniel San ha scritto una recensione su Max Payne
I don't know about angels, but it's fear that gives men wings
Max Payne è un gioco brillante ma che al tempo stesso ho trovato dissonante. L'intro è memorabile e subito definisce il tono del gioco: un'avventura scura e cruda, ambientata in una New York grigia e innevata, mossa dal desiderio di vendetta di Max e destinata a creare una lunghissima scia di morti. Lo svolgimento della storia è comunque molto semplice, con riferimenti espliciti e simbolici alla mitologia norrena e senza troppi colpi di scena, ed è resa indubbiamente più interessante dalla qualità della scrittura e dei monologhi di Max, mai banali. Dove sta la dissonanza a mio avviso? Nelle vignette, o meglio nelle espressioni degli attori (membri del team di sviluppo con parenti annessi) nelle vignette, che ho trovato in netto contrasto con il tono della storia e mi hanno sempre dato la sensazione di star assistendo a una specie di parodia o di hard boiled B-movie, cosa che mi ha fatto storcere il naso. A livello di gameplay invece posso dire che è ottimo, estremamente lineare ma anche parecchio difficile, i nemici sono in grado di farti fuori velocemente e spesso sbucano dal nulla. Il feeling delle armi è fantastico e il bullet time è parecchio figo anche se purtroppo con le schivate laterali non funziona a dovere, poiché al termine di ogni schivata Max rimarrà sempre circa un secondo a terra senza poter sparare, un lasso di tempo più che sufficiente per essere riempiti di piombo.
Voto assegnato da Daniel San
Media utenti: 9.3 · Recensioni della critica: 9.1