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Giuseppe _Vincent Van_
Cover Sekiro: Shadows Die Twice per PS4

E mo che voto gli do?

Parto con una premessa che non attiene strettamente al gioco, ma che in qualche modo influirà sulla valutazione che mi appresto a dare, in via del tutto personale. Fino a qualche anno fa io potevo essere considerato un hardcore gamer, di quelli per intenderci che finiva un gioco decine di volte per sviscerarne i segreti, di quelli che negli anni 80/90 faceva chilometri in bici pur di andare a giocare con il suo coin op preferito, di quelli insomma che davanti alle difficoltà non si tirava indietro. Oggi però a causa di scelte ben precise, non è, e non può più essere come 20 anni fa, e in un gioco cerco, oltre ad un sano senso di sfida, anche un momento d'evasione. Premesso questo mi accingo ad esporre la mia esperienza con Sekiro, cercando di trarne una valutazione prettamente personale, ma sempre tentando di valutare obbiettivamente tutti quegli elementi che possono essere considerati "oggettivi". Iniziamo con la componente tecnica, graficamente Sekiro si pone esattamente sullo stesso segmento dei vari souls, seppur con qualche miglioria a livello del frame rate, le texture e la pulizia generale dell'immagine tuttavia non è sul livello delle ultime produzioni, ciononostante il motore grafico fá dignitosamente il suo lavoro, muovendo tutto in maniera fluida, anche quando su schermo impazzano scintille, fiamme, e tutta un'infinità di effetti di luce che rendono lo schermo sempre un piacere da guardare, regalando al contempo scorci spesso evocativi. Dal punto di vista artistico infatti titolo offre la solita cura riposta da From software nei propri prodotti, l'ambientazione giappo/feudale poi fá il resto, tra enormi pagode, villaggi in fiamme, e mandorli in fiore che ricoprono le strade e le arene di gioco con i loro petali, il mondo di gioco non mancherà mai di affascinare. Passando al comparto sonoro Sekiro non tradisce le aspettative, riproponendo melodie che rimandano al medioevo giapponese, che bene si sposano con lo sferagliare delle lame che farà da colonna sonora durante i duelli più concitati. Il doppiaggio in italiano è ben fatto, anche se la possibilità di vivere tutta l'avventura in lingua giapponese è molto intrigante. Chiuso il capitolo tecnico, è ora di entrare nel merito della giocabilità del titolo, e considerare quello che per qualcuno è il nervo scoperto di Sekiro, ovvero l'elevato tasso di sfida che il gioco propone. Inizio con il dire che in quanto a giocabilità i tesa come "piacere di gioco" Sekiro è una meraviglia, gli sviluppatori infatti sono riusciti a creare un sistema di combattimento estremamente semplice, ma al contempo profondo, fondamentalmente si tratterà il più delle volte di parare con il giusto tempismo e contrattaccare,nel tentativo di ridurre le due barre d'energi(vitalità, e pistura),esaurite le quali si darà luogo ad una finisher molto truculenta, il tutto condito con delle armi secondarie, e delle tecniche da imparare sbloccando gli appositi slot nell'albero delle abilità. Bisogna dire che le armi secondarie(o oggetti protesici) sono per lo più un contorno per dare un po' di varietà al combattimento, ma non saranno mai da considerarsi indispensabili, giusto per fare un esempio, ho battuto il boss finale esclusivamente a colpi di spada, francamente non so se questa "superficialità" degli strumenti protesici sia stata voluta, in modo da porre maggior enfasi ai duelli a fil di lama, o meno, tuttavia penso che ci stia, specialmente contro i boss umani dove lo scontro spada contro spada appare più epico se combattuto in "purezza". Al combattimento diretto si affiancano le fasi stealth, decisamente poco tecniche e più coreografiche, che hanno principalmente la funzione di sfoltire le fila di nemici minori per poi dedicarsi agli scontri con avversari più forti(anch'essi suscettibili ad un primo attacco in stealth), queste fasi possono apparire decisamente poco soddisfacenti dal punto di vista ludico, ma a conti fatti sottolineano la natura prettamente action di Sekiro, pertanto seppur perfettibili, non mi sento di criticale più di tanto. Fino ad ora da quanto scritto, Sekiro potrebbe apparire come un titolo accessibile, con un sistema di combattimento semplice, sia concettualmente, che praticamente (la finestra temporale per eseguire la Parry perfette è decisamente ampia...), tuttavia bisogna fare i conti con la sproporzionata forza degli attacchi nemici, che con pochi colpi vi costringeranno a far uso del potere di resurezione(da cui il sottotitolo del gioco), che poi è quello che nei giochi da bar chiamavamo "vita". Ecco se proprio debbo trovare un difetto a Sekiro, questo è da trovarsi nella sproporzione che passa tra il protagonista, e i nemici, siano essi semplici guardie, che formidabili maestri di spada, tutti riusciranno a prosciugare la vostra energia con pochi colpi, a differenza del povero Lupo, che penerà non poco per veder lampeggiare il fatidico pallino rosso(indice che il malcapitato è pronto per essere giustizziato)sul nemico. Questo modo di rendere più difficile il gioco, da parte di From software, l'ho sempre trovato poco corretto, ed è quello che più di ogni altra cosa mi ha fatto andare davvero in bestia. Vedersi falciare la totalità dell'energia con due colpi di spada,non è esattamente divertente, specie se dopo un lavoro certosino di scambi e parate, si intravede l'ultima racchetta sulla barra d'energia dell' avversario, certo si può controbattere che fá tutto parte della filosofia del gioco, e ci può stare, ma mi chiedo se non sarebbe stato meglio lavorare sull'IA nemica, assolutamente deficitaria. Veder gettati via ore del proprio tempo in un singolo secondo, magari non necessariamente per colpa propria, ma anche a causa di una telecamera non sempre precisa, non incrementa la sfida, ma alimenta la frustrazione, specie in chi(E quí mi ricollego al pistolotto iniziale su quanto fossi hardcoregamer da givinotto) in un gioco cerca una sana sfida, ed un momento per staccare la spina. Badate bene non sto criticando la difficoltà di Sekiro, ma il modo in cui questo gioco è stato reso difficile, in questo Sekiro ricorda i bei coin op de na vorta, un eroe piccolo piccolo, che viene messo contro dei mostroni infinitamente più forti di lui, dove un piccolo errore porta al game over, allora la difficoltà era dettata dal fatto che i cabinati dovevano far cassa, pertanto infilare un bel mostrone "overpowerato" a fine livello era un obbligo, ma oggi ha davvero senso rendere un gioco difficile a tutti i costi? Certo in giro si vedono individui fare cose mirabolanti, buttando giù boss uno dietro l'altro con una semplicità imbarazzante, ma si tratta di casi sporadici, un "bug" umano nel sistema gioco, che non andrebbe preso in considerazione a fini della valutazione. In conclusione, che voto dare a Sekiro? Ci sono due giocatori in me, uno più vecchio, quello dei bei tempi andati cin ore d'esperienza sulle spalle, che con Sekiro ha rivissuto i giorni passati in sala giochi, cercando di battere quel cazzo di boss progettato per spillarmi quante più monete possibile (ma una volta andato giù, sai la soddisfazione! ), mentre dall'altro c'è il gamer più giovane, quello che è affiorato durante gli anni più impegnativi, quello che vorrebbe semplicemente sedersi e godere di un prodotto difficile,ma fruibile, severo, ma non bastardo, impegnativo, ma che non ti faccia alienare dalla realtà. È allora a chi dare ragione? Al vecchio Me, o al nuovo Io? Non lo so, ma di certo buttare giù quel cazzo di boss finale è stata 'na gran soddisfazione!

8.5

Voto assegnato da Giuseppe _Vincent Van_
Media utenti: 8.7 · Recensioni della critica: 8.9