A scuola con i videogiochi: la didattica del gaming
Da casa a scuola, i videogiochi stanno prendendo sempre più piede come strumenti per la didattica
A me è sempre stato detto di non portarli a scuola, i videogiochi, ma ormai gaming e didattica vanno a braccetto. Si stanno affermando i giochi digitali come strumento educativo. Apprendere divertendosi: è un sogno? Apparentemente no, psicologia e pedagogia sono d'accordo e il mondo scolastico si sta aggiornando. Le regole dell'apprendimento adesso si basano su sfide e coinvolgimento attivo, non più su nozioni da assorbire passivamente. Sfide, coinvolgimento, rompicapo, l'importanza dell'errore: tutti aspetti che ritroviamo nei videogiochi.
Stanislas Dehaene è un matematico e neurologo francese, a capo del Consiglio scientifico che collabora col governo in materia di apprendimento. Ed ha appena pubblicato in Italia il suo libro Imparare – Il talento del cervello, la sfida delle macchine, sui processi di apprendimento sia dei bambini che delle macchine. Nomina i videogiochi, nell'intervista rilasciata a La Repubblica.
Non sono contrario in assoluto agli apparecchi elettronici in mano ai bambini. Alcuni videogiochi d'azione stimolano la concentrazione e il controllo dei movimenti. Non sono troppi schermi a fare male, è la dipendenza. Le tecnologie digitali sono spesso studiate per creare dipendenza, ma mezz'ora di gioco al giorno non è un problema.
Stanislas Dehaene

Assassin's Creed, uno dei videogiochi che potrebbe essere utilizzato a scuola per far appassionare allo studio della storia
L'uso dei giochi digitali per l'insegnamento
Per approfondire:
Soft skills, i videogiochi fanno curriculum
Anche Rai Scuola si è interessata all'argomento, quando a ottobre 2018 si è tenuta a Firenze la seconda edizione di Fiera Didacta Italia, evento dedicato a tutto ciò che riguarda scuola, istruzione e tecnologia. Qui l'intervista a due ricercatori del CNR che spiegano brevemente l'utilizzo dei videogiochi a scuola. I giochi digitali possono contenere elementi specificatamente educativi – sono i cosiddetti serious game – oppure essere semplicemente giochi da intrattenimento che aiutano lo studente per vie traverse.
L'utilizzo dei videogiochi nell'insegnamento non riguarda soltanto le nozioni apprese, anzi, ma serve a sviluppare abilità come il problem solving, la capacità decisionale, l'intelligenza emotiva. Sono le cosiddette soft skills, ormai più richieste nell'ambito lavorativo rispetto alle semplici conoscenze. Il “saper fare” che prevale sul “sapere”, e i videogiochi insegnano entrambi.

Il Miur spinge in questa direzione e incentiva l'utilizzo dei videogiochi a scuola. Ne è un esempio il Piano Nazionale Scuola Digitale, che incentiva l'utilizzo delle tecnologie digitali, e il Premio Scuola Digitale, che mira a promuovere progetti innovativi nell'ambito della didattica, tra cui l'utilizzo di gaming e gamification.
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RENDA82
È un ottima idea, magari per educare meglio i bambini
Gigetto
Io continuo a insistere che le avventure testuali del Commodore 64 mi hanno insegnato le basi dell'inglese, a otto anni (lingua con cui oggi studio, lavoro, faccio riunioni, presentazioni, etc). Erano uno strumento didattico incredibile, perché ogni volta che azzeccavi una frase (semplicissima) il gioco sbloccava una piccola porzione.
Gatsu4ever
Siamo gia secoli indietro nel reparto scuola.Se fosse vero in pochi anni ci si ritrovera ad andare a scuola di videogiochi con insegnanti ancora con pensieri e idea degli anni 70.
Prima sarebbe necessario un passo educativo nel nostro paese perche ancora oggi non e quasi per niente chiaro cosa sia un videogioco.
Rugiada
Un gioco che mi è rimasto impresso è "Life is Strange" in particolare per la scena del suicidio di Alice per colpa del bullismo, e nel gioco solo standole vicino si può evitare questo destino e mi ha sempre fatto riflettere molto, quindi io dico che aiuta molto nel apprendere le miglori azioni per affrontare la propria vita
willo_officials
idea geniale finalmente
Garth Brown
prima rendiamo la scuola decente (come dice Gatsu), poi togliamo dalla testa degli italiani medi e inutili che i videogiochi sono roba per mocciosi E POI li introduciamo a scuola come strumento didattico.
Capufra
La seconda e la terza che hai detto sono collegate, e insieme contribuiscono alla prima. Smettiamola di pensare di dover sistemare le cose PRIMA di progredire, devono andare a braccetto altrimenti rimarremo sempre indietro