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Uso problematico di videogiochi: Italia più a rischio della media europea per una ricerca

Una ricerca ha concluso che, per quanto riguarda l'uso problematico di videogiochi, l'Italia è più a rischio della media europea.. Una ricerca dell'Istituto di fisiologia clinica del Cnr, dell'Università di Padova e della Flinders University ha analizzato il rischio di "gaming problematico" degli adolescenti europei e, tra le varie, è arrivata anche alla conclusione che l'Italia è sopra le media europea. La ricerca aveva lo scopo di indagare in quale modo fattori individuali, sociali e contestuali siano associati a un maggiore rischio per gli adolescenti europei di "uso dei videogiochi problematico", cioè un utilizzo eccessivo dei videogame che possa mettere …

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27 marzo 2022 alle 09:50

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Be da noi c’è un esercito di casualoni del cavolo che giocano i soliti due titoli in croce privi di qualsiasi scopo, quando invece è pieno di opere fantastiche. Poi è da vedere la fonte, con due percentuali buttate così non si capisce se il 30% è dovuto a un numero > di giocatori o se in assoluto. Non una bella notizia in ogni caso. Sintomo forse di ignoranza di questi “giocatori” alle prime armi perenni.

 

Non banalizziamo. Il problema è dovuto ad un cambio generazionale. Ai "miei tempi" non esisteva pegi, non esisteva rispetto del copyright, l ultraviolenza regnava sovrana..Eravamo divisi in due: chi giocava (pochi) e chi non giocava (molti).
Va da sé che i figli dei miei coetanei sono figli di analfabeti funzionali ( l 80%), ex giocatori modaioli (19%), gente che aveva già negli anni 80 e 90 una passione culturale del gaming (1%).
Chi si è trovato una console in casa in tenera età, magari con un genitore precursore nato tra il 60 e l 80, ha avuto la possibilità di giocare a titoli verificati e ricercati. Il resto è cresciuto a GTA e mortal kombat, tra una partita a fifa e l altra a Pes.
Il risultato sono bbini che giocano con videogame sbagliati per la loro età, che poi sono o videogiochi che vendono a mucchi e che possediamo praticamente tutti. Poi magari possono essere anche capolavori eh, ma di sicuro non dovrebbero trovarsi nelle ludoteche dei dodicenni. Ed a questo si riferisce l'articolo.
Proprio ieri mio nipote mi ha fatto una storia per prendersi gta5. Gli ho messo in mano Minecraft e gli ho comprato il DLC Oxford. Mio fratello ancora non c ha capito un cazzo, ma mi ha telefonato dicendomi "come hai fatto? Oggi non ha giocato a fortnite ma sta facendo un corso di inglese sulla PlayStation". Insomma, monitoraggio e attenzione. L' articolo ci rimprovera di trascuratezza nei confronti dei nostri figli, non scarso apprezzamento per l'arte del gaming.