Myggdrasil ha pubblicato un'immagine nell'album Recensione del film "The end of Evangelion"
Ecco qui la classifica dei libri che ho letto e che mi sono piaciuti. Vado a memoria e potrei aver dimenticato un bel po' di roba, tipo saggi che ho letto durante le vacanze e in PDF sul PC.
Quest'anno ho letto pochissimo, e mi sono accorto che la mia preferenza è andata soprattutto alla saggistica di vario tipo. Quindi è come dire che quest'anno mi sono soprattutto depresso. Volevo imparare, non emozionarmi.
Non c'è nessuna preferenza, non avevo un file excel dove mi segnavo le letture e forse ho dimenticato qualcosa. Ma in generale ero troppo stanco per leggere, quest'anno, come per qualsiasi altra cosa.
1. Stefano Ercolino - Il romanzo massimalista: un saggio sul romanzo massimalista, il frutto letterario più maturo e controverso del postmodernismo. Penso sia un libro florido di spunti, che cerca di raccontare la nuova epica della letteratura contemporanea, e l'idea impossibile di racchiudere il mondo intero all'interno di un romanzo. Scrivere un romanzo vuol dire raccontare il mondo, e i romanzi massimalisti sono uno strumento importantissimo per capire la nostra epoca.
2. Guido Morselli - Dissipatio H.G.: un uomo decide di suicidarsi, poi ci ripensa e scopre di essere l'ultimo uomo rimasto sulla terra. La grammatica cambia, si passa dalla seconda e terza persona alla prima singolare. Chi ha bisogno della grammatica quando non hai niente da dire a nessuno? Morselli, l'autore, si è suicidato poco dopo la pubblicazione del libro. Riposa in pace, fratello.
3. Eugene Thacker - In The Dust of This Planet. The Horror of Philosophy, VOL.1: In questo saggio Thacker cerca di capire quale sia il limite del pensiero umano, e quanto possiamo imparare da ciò che non è strettamente conoscibile, ma soltanto percepibile. Lo fa passando dalla musica black metal alla storia dell'alchimia rinascimentale, mettendo a nudo l'incapacità dell'uomo di comprendere molti fenomeni. Ma sarà davvero un problema?
4. Anna Tsing - The Mushroom at the End of the World: in Oregon, ogni anno, comincia la caccia ai funghi matsutake. Centinaia di persone si raccolgono e danno il via ad una società temporanea con le proprie regole ed usanze. Questa società rappresenta un'alternativa al capitalismo e ci ricorda che dobbiamo vivere costantemente a contatto con il pianeta Terra e con la natura. Ci sono vie alternative? Siamo davvero la specie al centro di tutto oppure possiamo coesistere con piante e animali?
5. Donna Haraway - Staying With The Trouble: Haraway e Tsing sono amiche e colleghe, e infatti anche Staying With The Trouble è un bellissimo saggio sulla fine dell'Antropocene. Costruire una società nuova è possibile, ma per farlo bisogna entrare in comunione con animali e piante e creare legami nuovi. La Storia ha bisogno di ricominciare da zero. Non siamo più nell'Antropocene, ma ci dirigiamo verso lo Chtulucene, un'epoca in cui i legami sono più importanti dell'individuo.
6. Herman Melville - Moby Dick: Moby Dick è un romanzo, in teoria, ma alla fine è un saggio pure lui. Precursore del romanzo massimalista di cui sopra, Moby Dick cerca di racchiudere tutto il mondo all'interno di un libro, e lo fa con digressioni, riflessioni, cataloghi sterminati di pesci e oggetti. La balena bianca, però, continua a sfuggirci, e ci ricorda che l'uomo non è niente e che molte cose non potremo capirle mai per davvero. Questo libro racchiude un po' il senso di tutti i saggi che ho citato prima in questa lista. Rimane forse uno dei prodotti più belli dell'ingegno umano. Mi ha anche portato via tutta l'estate.
7. Graham Harman - Weird Realism. Lovecraft and Philosophy: Harman è un filosofo statunitense, esponente della Object Oriented Onthology (OOO). Non so come spiegarla facilmente, ma la OOO consiste nel vedere l'Oggetto kantiano come il punto d'inizio fondamentale per comprendere il soggetto. Come si applica questa filosofia ai racconti di Howard Phillips Lovecraft? Questo saggio è molto interessante sia per i filosofi in erba che per gli appassionati di letteratura weird e ve lo consiglio molto.
8. Mark Fisher - Ghosts of My Life: un saggio fondamentale sul concetto di Hauntology, l'idea cioè che il presente sia ormai infestato dal passato e che viviamo in un'epoca di "futuri perduti", senza alcuna via di fuga. Fisher è un autore scorrevole, che tratta con competenza e semplicità argomenti complicati, passando come suo solito da riferimenti colti a riferimenti pop, ma sempre con gusto e con riflessioni interessanti. Uno dei suoi libri migliori, senza dubbio.
9. Jurgis Baltrušaitis - Il medioevo fantastico. Antichità ed esotismi nell'arte gotica: Questo saggio del 1956 è fondamentale per capire le stranezze dell'arte medievale. Da dove vengono tutte quelle creature strambe e grottesche che osserviamo quando visitiamo una chiesa del 1300? I nostri antenati erano schizzati o c'è forse qualcosa sotto? Oppure erano, semplicemente, alla ricerca di una libertà che non appariva così inaccessibile? Forse quelli senza fantasia siamo noi.
10. Nikolaj Gogol - Racconti di Pietroburgo: I Racconti di Pietroburgo sono un'antologia di racconti surreali, tutti accomunati dalla necessità di descrivere le brutture della borghesia russa del 1800. La versione di Adelphi è tradotta da Tommaso Landolfi, ed è difficile comprendere dove inizi Gogol e dove invece cominci il Tommasone nazionale, che da Gogol è stato fortemente ispirato. I racconti sono magistrali e sostanzialmente perfetti. Il mantello, l'ultimo della raccolta, viene considerato da Dostoevskij il racconto più importante della letteratura russa, ed è una storia su un pover'uomo che risparmia per comprarsi questo cappotto nuovo, attorno al quale inizia a ruotare tutta la sua vita. Sono storie piene di fantasmi che infestano le strade, e sono questi fantasmi ad essere l'unica via di fuga dalla stasi della borghesia che, fosse per lei, non cambierebbe mai niente. Leggeteli, è letteratura altissima.
11. Marc Augé - Nonluoghi: Questo classico saggio di Augé parla soprattutto di supermercati, tangenziali, distributori di benzina e in generale di tutti quei luoghi che non hanno alcuna storia alle proprie spalle ma sono il semplice frutto dell'epoca capitalista. Cosa possiamo fare per dare un senso anche a questi non-luoghi? C'è forse la possibilità di riempirli di storia?
12. Gianluca Didino - Essere senza casa. Sulla condizione di vivere in tempi strani: In questa raccolta di saggi Gianluca Didino racconta quanto sia strano vivere in questi tempi senza casa. La nostra generazione è abituata a trasferirsi costantemente, è priva della stabilità di una casa di proprietà e opta spesso per l'affitto. Viviamo nei non-luoghi di cui sopra, e anche le nostre stesse abitazioni ci appaiono strane e infestate da fantasmi tecnologici. Il controllo delle multinazionali irrompe anche nel privato e ritorna alla mente l'idea dei futuri perduti di Fisher. Cosa possiamo fare per rigettare tutto oltre la soglia, se ormai anche la nostra stessa identità non ci appartiene?
13. Henry James - The Turn of the Screw: Classico romanzo di Henry James e classico romanzo sui fantasmi che invadono le soglie e privano la protagonista della sua sanità mentale. Henry James ci aveva visto lungo, e la sua scrittura riesce a ingannare il lettore con facilità. Fa ridere perché la protagonista è un'insegnante alla prima esperienza e un po' ho rivisto in lei la fine che hanno fatto alcuni colleghi.
14. Cormac McCarthy - The Road: The Road è la storia di un'umanità che ha cancellato la propria Storia in seguito ad un non meglio precisato evento che ha distrutto le fondamenta sociali. I protagonisti, un padre e un bambino, vagano per un'America senza storia e assistono e commettono le peggiori atrocità, cercando di mantenere una parvenza di etica e di morale in un mondo che non ne ha più. The Road mette a nudo la fragilità dell'essere umano, ma mi ha anche lasciato l'idea che, dopo la fine del mondo, si può sempre provare a ricostruire qualcosa.
15. China Miéville - The City & The City: Questo romanzo di Miéville è la storia di due città sovrapposte i cui abitanti devono imparare a "disvedere" gli abitanti e gli edifici dell'altra città. E' un romanzo fatto di soglie, di spazi privati, di irruzioni e di rovine abbandonate, che ci aiuta a riflettere su tutto quello che non vediamo nelle nostre città. Proprio nelle città si annidano sia la stranezza dell'epoca contemporanea si la chiave per trasformare questa stranezza in forza rivoluzionaria. Ho iniziato ad osservare diversamente la città di Trento dopo aver letto questo romanzo.
16. Kurt Vonnegut - Slaughterhouse Five: Un uomo assiste al bombardamento di Dresda e ne rimane traumatizzato. Anni dopo viene rapito dagli alieni, o così dice, e inizia a viaggiare fra il presente, il futuro e il passato senza soluzione di continuità. Inizia a sperimentare il tempo come gli alieni: non c'è un prima o un dopo, ma tutto è un unico flusso di eventi. Le persone lo danno per matto e lo accusano di schizofrenia o qualche altra malattia psichiatrica. Ma lui sembra abbastanza tranquillo: in ogni momento sa che dopo la vita andrà meglio e smette di dare importanza alle cose da nulla.
17. Byung-Chul Han - Absence: Absence è un saggio che parla della differenza filosofica esistente fra l'Occidente e l'Oriente. L'Occidente tende a riempire il vuoto con concetti e oggetti, mentre l'Oriente anela quel vuoto, lo vede come uno spazio dal quale è possibile trarre qualcosa. Una riflessione o semplicemente l'idea della libertà. Perché noi occidentali siamo terrorizzati dal vuoto?
Ho rimesso alla fine di questa immagine il saggio di Baltrušaitis sull'Arte Gotica per sbaglio, forse mi è piaciuto così tanto che il mio inconscio mi ha spinto a inserirlo addirittura due volte. Allora ho deciso che il mio libro dell'anno è senza dubbio "Il medioevo fantastico. Antichità ed esotismi nell'arte gotica". Che, porco dio, ci sta alla grande.



Steto96
In quelli che ho letto io mi sembrava più "occidentale", da quel che ho capito lui ora insegna in Germania e i saggi che ho letto io in originale erano in tedesco
Myggdrasil
Sì, lui è proprio un tedesco di merda, ma per me spesso fa filosofia da bar, non è quella filosofia accessibile ma competente, sul modello di Zizek o Fisher, sembra più tipo "my first philosophy book".
Poi faccio fatica a costruire un sistema intorno alle sue idee, mi sembra che parli un po' di tutto e non dica quasi mai cose veramente importanti. Credo abbia azzeccato il titolo de "La società senza dolore", che è figo da citare quando vuoi accalappiare un po' di figa, ma come tutti i libri che sono utili per rimorchiare bisogna riconoscerne il valore modesto. Non credo che riuscirò mai a rimorchiare nessuno dicendo di aver letto "Il medioevo fantastico. Antichità ed esotismi nell'arte gotica", e questo lo rende un libro superiore a mio avviso
Orazio
Io mi ricordo quando mostrarono le prime robe legate a FFXVI, avevo un hype esagerato perché adoravo il ritorno a una direzione molto più fantasy medievale, il genere che sarebbe cambiato per diventare un action stylish etc.
Poi l'ho giocato e ho capito che FFXVI è come non fare un videogioco. E soprattutto come non fare un action stylish.
Myggdrasil
@Steto96 quando vuoi
dttsu
Piaciuto giro di vite?
dttsu
@Myggdrasil btw potevi citarmi flaubert, invece di Freud che c'entra poco e un cazzo
.