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Nappone Grande Gamer

ha scritto una recensione su CrossCode

Cover CrossCode per PC

Recensione libro "La Campana di Vetro"

Una cosa bellissima di studiare giurisprudenza, forse l'unica, è che ti insegna che ci sono almeno ottocento punti di vista per guardare la stessa cosa. Farsi un'opinione su qualunque tema è difficilissimo, perché ogni argomento è un rabbit hole che porta ad un abisso in cui alla fine scopri che sono semplicemente gli ebrei che vogliono fare altri soldi.

Ciò detto, ora che il femminicidio sta diventando reato autonomo (lo è già diventato? Sono un po' fermo) ho pensato di farmi un'opinione andando a scavare nell'abisso del femminismo e partendo dall'inizio, ossia dal romanzo "La Campana di Vetro" di Sylvia Plath.
Non so quanti di voi sono a conoscenza della scena del "romanzo che parla di emancipazione femminile in maniera becera"; non dovesse conoscerlo (fortunelli) penso di poterlo descrivere come: "Horizon: Zero Dawn ma sono solo i dialoghi con NPC femminili e senza mai picchiare macchine robotiche".
Sì, sono una merda.

E io non so perché pensavo che sta merda fosse tutta derivativa da Sylvia Plath, probabilmente perché sono un cretino.

Il romanzo "La Campana di Vetro" è un capolavoro.
Io giuro che romanzi così belli ne ho letti pochi. Ogni frase è calibrata perfettamente per farti empatizzare con la protagonista, la scrittura è evocativa senza essere barocca e la vita è un abisso oscuro senza speranza, auguro a tutti voi una morte tranquilla, improvvisa e serena.

Il problema che ho è appunto che sto romanzo è diventato il cardine del femminismo. E vabbè, come avrebbe potuto essere altrimenti? Il romanzo autobiografico parla della vita dell'autrice nell'America degli anni '50, ovvio che (giustamente) diventi un manifesto politico.
Però è qui che non sono d'accordo: sto romanzo non è un manifesto politico.

La Campana di Vetro parla di condizione umana, niente di più, niente di meno; parla del rapporto del singolo nei confronti dell'aspettativa che la società ha su di lui, parla insomma di un tema universale, non di un tema femminile, ma appunto, essendo scritto da una donna negli '50, il romanzo diventa femminista.

E parliamoci chiaro: è giusto e va benissimo così, però il sottoscritto Nappone ha un problema. Un domani, quando tra 500 anni le differenze uomo-donna saranno finalmente abbattute, cosa rimarrà di Sylvia Plath? Un documento storico e nulla più.

I miei bis-bis-bis nipoti non leggeranno la Plath, relegata ad un romanzo ora "anacronistico", appunto un semplice documento storico di come una donna viveva nell'America del 1950 e questo perché oggi la critica ha deciso che il romanzo La Campana di Vetro è il simbolo del femminismo.

È giusto, anzi giustissimo che lo sia, ma a me dispiace.
La Campana di Vetro avrebbe potuto essere un romanzo immortale, a fianco di Shakspeare e Delitto e Castigo, ma invece no, tra 500 anni sarà probabilmente dimenticato perché ad oggi nessuno ne legge la componente esistenziale, ma solo la componente politica.
Però i temi politici cambiano, quelli umano no.

E se continuiamo poi a fare edizioni della campana di vetro coi disegni instagrammabili (robe del genere che mi fanno accapponare la pelle dal cringe https://mir-s3-cdn-cf.behance.net/projec … ) sto libro lo perderemo ancor prima dei 500 anni.

La critica letteraria ha un compito estremamente arduo: scegliere quale libro passerà all'immortalità e quale cadrà nel dimenticatoio. E se a fine '500 ci fosse stato un Marcello De Luca tre volte più bravo di Shakspeare ma la critica lo avesse snobbato? E se Robert Frank avesse scritto il capolavoro: "La Divina Commedia 2: Electric Bogaloo" ma la critica avesse risposto: "No, vai a cagare"?

La critica letteraria ha deciso che La Campana di Vetro è un romanzo politico, non eterno. Può starci. Si è forse sacrificato un romanzo immortale per un più immediato: "qui ed ora" nel bene comune politico.

Crosscode ha ricevuto lo stesso trattamento, con la differenza che anziché gli Umberto Eco, di Crosscode scrive la redazione di Multyplayer. Allora? Cosa ci dice?

"PRO
Mondo di gioco affascinante, trama interessante <- che cazzo vuol ire trama interessante dio fa
Ottimo action 2D
Buon equilibrio tra azione ed enigmi <- grazie sono anche io della bilancia

CONTRO
Come RPG non eccezionalmente profondo <- non ha la trama matura di persona 5
Alcuni boss meno ispirati di altri
Anche alcuni comprimari sono meno interessanti di altri <- ma che cazzo vuol direeeeeeeee"

I videogiochi non sono arte perché neanche la critica videoludica li considera tali.
Crosscode è un capolavoro, se fosse stato un libro ne staremmo parlando come di una rivoluzione, ma è un videogame e chi ne parla non ha spesso idea di cosa stia facendo.
Però in tutta onestà, copertine brutte come quelle di Crosscode non ne ho mai viste. Sarà quello. Boh. Giocate Crosscode e leggete Sylvia Plath.

9.6

Voto assegnato da Nappone Grande Gamer
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