Otakuden

Oggi, dopo quasi un anno, ho terminato Slam Dunk.
L’ho iniziato nell’agosto 2024, per caso, vedendolo su uno scaffale a casa di Pigi, e da allora mi ha accompagnato come un fedele compagno di viaggio, tappa dopo tappa, pagina dopo pagina. E' stato un anno - infatti - in cui per diversi motivi mi sono spostato molto, pertanto ho letto quest'opera in diverse parti d'Italia.
In ogni viaggio avevo con me almeno un volumetto, portandomi dietro quello spirito di rivalsa dello Shohoku che mi ha conquistato fin da subito: i protagonisti non sono supereroi, ma ragazzi normali, degli outsider con il desiderio emergere dentro e fuori dal campo, spinti da una passione viscerale per il basket che guida ogni loro gesto e che finisce per contagiarti senza scampo.
Arrivare all’ultimo volume è stato un vortice di emozioni: ho riso, mi sono appassionato a uno sport che non avevo mai seguito prima, e ho provato una tensione autentica (avevo davvero il fiato sospeso) fino all’ultima pagina, come raramente mi era capitato con un’opera.

Slam Dunk mi mancherà tanto, sento che un pezzetto del mio cuore è rimasto lì, nella palestra dello Shohoku, insieme ad Hanamichi e compagni, tra un "tiro della plebe" ed un "gorilla dunk".