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Ubisoft fa mea culpa: cambia il ciclo produttivo

Ubisoft, sorpresa dagli scarsi risultati di Breakpoint e The Division 2, mette in discussione il proprio ciclo produttivo.



Brutto periodo per mamma Ubisoft, arriva una bella batosta ed il ciclo produttivo dei videogiochi di punta subisce un grosso rallentamento. Infatti Breakpoint e The Division 2 non hanno riportato a casa i risultati sperati e questo ha dato dei grattacapi alla software house francese. Ora Ubisoft sta pensando di rivedere da zero il proprio ciclo produttivo, per capire dove sia la falla che ha causato l'arresto.
Come se non bastasse, dopo le deludenti vendite di Breakpoint, l'azienda francese ha posticipato il periodo di lancio di tre nuovi titoli.
Rainbow Six Quarantine, Watch Dogs Legion, e Gods and Monsters erano previsti per inizi 2020 ma sono stati posticipati a fine 2020 inizi 2021. Tutto sembra far pensare ad una manovra da parte di Ubisoft per correre ai ripari e cercare di migliorare la qualità dei propri prodotti.



Ubisoft sta pensando di rivedere da zero il proprio ciclo produttivo, per capire dove sia la falla che ha causato l'arresto.

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7 novembre 2019 alle 06:50

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Ah se continuano a pensare che i videogiocatori siano degli zombie senza cervello che comprano i titoli solo dalla copertina... spero sia d'esempio anche per le altre software house che non se la passano meglio.

 

È giusto così. Quando ero piccino Ubisoft faceva (tolto Rayman) quasi tutti titoli mediocri. Poi con la generazione a 128 bit era passata di colpo ad essere una delle mie software house preferite, con titoli come Prince Of Persia, Splinter Cell, Beyond Good and Evil, ecc.. Ormai già da tempo invece è tornata nella mediocrità assoluta.

 

Io sono dell'idea che si debba tornare alla bellezza di un tempo. L'amore per un videogioco partiva da chi lo creava e tutti ci identificavamo nella sua anima. Adesso molti videogiochi sono vuoti, senz'anima. Il modello GAAS lo dice chiaramente, un Game in progress. Se va bene ci investo se va male amen. Cosi non va raga.